“Cartelle pazze” ai lavoratori dell’ex Fma, è protesta contro l’Agenzia delle Entrate. Ha decisamente il sapore amaro della beffa l’accertamento fiscale recapitato agli operai della Fca di Pratola Serra. Il provvedimento riguarda quei lavoratori che, per un certo periodo, hanno prestato la propria opera presso un’azienda di logistica, la Ceva.
Ammonterebbe a circa 7mila euro la somma da versare. “Ai lavoratori – precisa Giuseppe Morsa della Fiom Cgil – che, nel 2010, sono stati reintegrati nell’organico di Fma è stato conteggiato il doppio dei giorni lavorabili in un anno solare, circa 670 per la precisione”. Una beffa se si pensa ai ritmi produttivi degli ultimi anni dello stabilimento di Pratola Serra. “Basti pensare che nel corso del 2010 – precisa Morsa – i giorni di lavoro all’ex Fma non hanno raggiunto quota 70 giorni”.
Immediata è scattata la la protesta, anche se la strada si annuncia tutta in salita. “Nonostante le rimostranze dei lavoratori, i dirigenti dell’Agenzia delle Entrate non hanno dato la loro disponibilità ad annullare le cartelle, senza una rettifica da parte dell’azienda, nella quale si evinca che i giorni dell’anno sono 365 e non il doppio. La realtà supera la fantasia. In un Paese dove l’evasione è quella che è, l’unica iniziativa che si riesce ad intraprendere è quella d’inventarsi falsi evasori tra gli operai cassintegrati, chiedendogli più della metà del salario che hanno percepito nel corso del 2010. Sarebbe davvero utile – conclude Morsa - che l’Agenzia delle Entrate annulli le cartelle e chieda scusa ai poveri lavoratori che le tasse le pagano anche quando hanno il loro salario dimezzato. Se c’è da colpire qualche evasore cerchino altrove”.
Marco Grasso