Qualità della vita, Avellino regina del Sud

Il rapporto di “Italia Oggi”: Trento prima, ultima Carbonia-Iglesias. Bene anche le altre province

Avellino.  

Qualità della vita, la classifica del quotidiano economico “Italia Oggi” premia Avellino. In Campania la nostra provincia è quella che fa il balzo più grande, passando in un anno dalla 90esima alla 58esima posizione. Una performance, si legge nel rapporto realizzato con la Sapienza di Roma, che la proietta al primo posto delle province meridionali. Bene anche Benevento che risale di ben venti gradini, arrivando alla 66esima posizione. La provincia di Caserta, all’83esimo posto, è avanti a quella di Salerno, 84esima. Migliora Napoli che passa dalla 105esima posizione del 2013 alla 103esima del 2014. Nove i settori presi in esame dall’annuale rapporto: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale, popolazione, salute, servizi finanziari e scolastici, tempo libero e tenore di vita. E’ ancora una volta Trento la provincia che nel 2014 ha registrato i più elevati livelli di qualità della vita. Dal 1999 è stabilmente nel gruppo di eccellenza e non è mai scesa, in 16 edizioni dell’indagine, al di sotto del 7 piazzamento, classificandosi al primo posto nel 2002 e dal 2011 in poi e al secondo posto nel 2000, 2003, 2006, 2007, 2008 e 2010. Fanalino di coda è la sarda Carbonia-Iglesias. Lo studio evidenzia un moderato arretramento della qualità della vita nelle province italiane: nel 2014 sono 55 su 110 le province nelle quali la qualità della vita è risultata buona o accettabile, contro le 59 su 110 della passata edizione. Lo studio sulla qualità della vita nelle province italiane evidenzia inoltre come i bassi livelli di qualità della vita si concentrano in particolare nelle province dell’Italia meridionale e insulare. Nel Mezzogiorno d’Italia la qualità della vita è infatti ancora insufficiente e non accenna a migliorare. Cinque anni fa l’indagine aveva individuato un gruppo di province del Sud geograficamente contigue, in cui la qualità della vita risultava superiore a quella delle altre dislocate nell’Italia meridionale e insulare. Nel gruppo c’erano Campobasso, Foggia, Bari, Potenza e Matera. Ma dallo scorso anno non solo si è dissolto: accade infatti che l’area del disagio trascina anche le province della Basilicata. L’unica eccezione alla regola è rappresentata dalla provincia di Teramo, al 27esimo posto, caratterizzata da una qualità della vita accettabile. Per trovare una città dell’Italia insulare bisogna scendere fino a Olbia-Tempio, a quota 69. Sono sarde o siciliane anche le posizioni di coda. Sopra Rieti tutte le province sono in una posizione classificabile come buona o accettabile, sotto Rieti solo Roma e Olbia-Tempio guadagnano la sufficienza, il resto del Centrosud è in condizioni definite scarse o insufficienti. Da notare che all’interno di questa classifica sono contenuti gli indicatori più importanti come il tasso di occupazione, l’importo medio dei protesti per abitante, il numero di imprese registrate per 100 mila abitanti o quello delle imprese cessate. Anche la classifica relativa ai servizi finanziari e scolastici (pag. 48) presenta la stessa Italia spaccata in due, con un Centronord virtuoso e un Centrosud relegato nelle parti basse della classifica. Idem per quella sul tenore di vita. Partendo dal basso abbiamo infatti Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Enna e Messina. La dimensione ambientale vede Sicilia e Sardegna in cattive acque, ma ampie zone del Mezzogiorno meritarsi la sufficienza, con le province della Basilicata in posizione di eccellenza. Idem per le dimensioni relative a criminalità, disagio sociale e popolazione, dove le province del Mezzogiorno collocate nella parte alta della classifica (quella virtuosa) sono in numero pari o superiori a quelle del Settentrione.