Sono iniziati questa mattina presso il Commissariato di Polizia di Lauro, dinanzi al vice questore Aniello Ingenito, gli interrogatori dei presunti aggressori di Pago Vallo Lauro. Una trentina circa, quasi tutte di Pago, le persone che saranno ascoltate per far luce sul raid ai danni dei ragazzi di Lauro, picchiati selvaggiamente lunedì scorso da avversari e tifosi durante una partita di beach soccer, organizzata dalla Pro Loco di Pago presso l'impianto sportivo in località Pernosano. Secondo quanto trapela dal Commissariato lauretano, sarebbero stati già individuati i primi responsabili.
Subito dopo l'aggressione, tre dei sei ragazzi che formavano la squadra di calcetto, furono ricoverati all'ospedale Cardarelli di Napoli. Ieri sono stati dimessi. Restano preoccupanti però le condizioni di Giuseppe. Il 25enne di Lauro rischia ancora di perdere l'udito. Il bollettino medico del nosocomio partenopeo racconta di una evidente e grossa perforazione del timpano. Per ora, la terapia farmacologica. Tra una settimana i controlli. Non è ancora del tutto scongiurata l'operazione chirurgica per la ricostruzione dell'apparato uditivo.
Intanto, la famiglia dei ragazzi aggrediti - attraverso il portavoce Salvatore Grasso - affida agli organi di stampa una nota nella quale, nuovamente, viene lanciato un appello a chi ha visto e sa cosa sia accaduto a Pernosano. «L'aggressione di lunedì rischia di macchiare l'immagine di una comunità, ma non è giusto. Tutte le persone che conosco di quel paese sono di un certo spessore umano e morale. A cominciare dal presidente della Pro Loco, Sebastiano Amoroso, organizzatore del torneo. È una vittima e sono convinto che non esiterá a denunciare i vigliacchi del 18 luglio a dispetto di qualsiasi legame personale. L'ho sentito il giorno dopo ed era provato: hanno distrutto quello in cui credeva e per cui si è prodigato per anni: la crescita socio-culturale del suo paese. Lo scorso anno ho disputato un torneo proprio a Pago: mi sono divertito ed ha regnato la sportività. Denunciare oggi per tutelarsi domani. Quella di Pago è una comunità civile, ma come ogni comunità ci sono anche le mele marce. Purtroppo lunedì sera erano tutte lì, al torneo di beach soccer. Un errore sarebbe trincerarsi nel silenzio, far prevalere l'amicizia sulla giustizia. Chi sa deve denunciare. Chi ha visto deve pensare che sotto le mani di quell'orda di vigliacchi poteva finirci un proprio fratello, un cugino, un amico. Chi quella sera ha visto inerme l'accaduto deve aiutare la polizia nelle indagini e aiutarli a ripulire le strade. Denunciare oggi per sentirsi più sicuri domani. E ripulire l'immagine di Pago da quella macchia. Perchè la stragrande maggiornanza è gente onesta e civile.
Faro