Strumolo: «Il "question time" è un potente strumento»

Atripalda / Il presidente della commissione Affari istituzionali illustra la novità

Atripalda.  

Il progressivo distacco dei cittadini atripaldesi dalla vita politica si manifesta con evidente brutalità in occasione delle sedute del Consiglio comunale, seguite mediamente da non più di una decina di persone per volta. Ed è per arginare questo fenomeno, insieme all’obiettivo di rendere più snelli i lavori dell’assemblea, che sarà introdotta una seduta speciale dedicate alle domande a risposta immediata definita “question time”, che nasce per favorire il coinvolgimento dei cittadini. La proposta, che sarà presumibilmente votata all’unanimità martedì in Consiglio comunale, è stata partorita dalla Commissione consiliare AffariIstituzionali, presieduta da Massimiliano Strumolo (nella foto) consigliere di minoranza in quota ForzaItalia

Presidente, come nasce il “question time”?

«Personalmente lo considero uno strumento che davvero può avvicinare i cittadini alla vita politico-amministrativa. E devo ringraziare le mie colleghe in commissione, Scioscia, Aquino e Battista se riusciamo finalmente a portarlo all’approvazione del Consiglio».

Il percorso è stato particolarmente laborioso?

«Devo ammettere che fino a quando in commissione c’è stato l’ex consigliere La Sala non è stato possibile arrivare alla formulazione di una proposta di modifica dello Statuto perché La Sala era dell’opinione che lo Statuto andasse modificato integralmente e non solo in una parte. E se è vero che lo Statuto dovrebbe effettivamente essere modificato in più punti per recepire alcune novità normative, è anche vero che di concerto con la segreteria generale abbiamo deciso di aspettare che il quadro normativo divenga più certo».

Come funziona il “question time”?

«In maniera molto semplice. Intanto si tratta di una vera e propria seduta di Consiglio comunale, regolarmente verbalizzata, durante la quale i consiglieri comunali avranno la possibilità di rivolgere domande al sindaco ed ai consiglieri delegati, a cui saranno dare risposte immediate. La mia idea iniziale era che anche i cittadini potessero sottoporre le proprie domande, ma in commissione, la componente della maggioranza ha obiettato che una partecipazione attiva della cittadinanza potesse creare confusione. La soluzione che abbiamo trovato è stata che saranno i consiglieri a farsi carico di leggere le domande eventualmente presentate dai cittadini al protocollo almeno cinque giorni prima della data stabilita per la seduta».

Ogni quanto tempo è prevista una seduta di “question time”?

«Ogni 45 giorni. Se nei cinque giorni precedenti non dovesse essere stata presentata alcuna domanda, né da parte di consiglieri, né di cittadini, la seduta slitta di 45 giorni. E così via. E’ un esperimento, a cui personalmente credo molto».