Il Comune è ancora sottosopra per l’inchiesta che coinvolge quattro dipendenti accusati di truffa aggravata e continuata. I procedimenti in corso sono due, quello penale e quello disciplinare. Il primo è seguito dal sostituto procuratore Fabio Massimo Del Mauro e dal vicequestore aggiunto Marcello Castello, coadiuvato dagli ispettori Giuseppe Belfiore e Generoso Mauriello, mentre il secondo compete all’Amministrazione comunale. L’attività di indagine della Procura è, ovviamente, coperta dal segreto istruttorio e ancora non ha fatto emergere elementi nuovi. Tre uffici del Comune sono sempre sotto sequestro perché contengono documenti che potrebbero essere utili alle indagini. L’attività investigativa si sta concentrando da un lato sulle buste paga nel tentativo di appurare da quando tempo venivano gonfiate da falsi rimborsi chilometrici e a quanto ammonta singolarmente e complessivamente la somma sottratta alle casse comunali. Inizialmente si riteneva che le manomissioni fossero iniziate nel 2011, cioè quando fu introdotto un nuovo sistema di elaborazione delle buste paga, che consentiva l’aggiunta di falsi rimborsi, prima sperimentata su un solo dipendente, poi allargata ad altri due ed, infine, ad un quarto collega nel luglio del 2013. Le perquisizioni domiciliari, invece, avrebbero portato allo scoperto elementi che retrodaterebbero, almeno per uno dei quattro, quella che gli inquirenti definiscono tecnicamente truffa aggravata almeno al 2004 anche se, in questi giorni, la stampa che si sta effettuando di tutte le buste paga è cominciata dal 2002. In ogni caso, uno dei quattro indagati ha già accreditato sulla tesoreria comunale la somma di circa 8.500 euro indicandola come quella indebitamente percepita nell’ultimo anno e mezzo a sua insaputa perché frutto di aggiunte in busta paga variabili e non facilmente riscontrabili. Un altro dipendente indagato avrebbe intenzione, se non lo ha già fatto, di restituire circa 30mila euro, ovvero di circa 700 euro mensili indebitamente percepiti per circa quattro anni. Il sindaco Spagnuolo, però, ha fatto già sapere che fino alla conclusione del procedimento giudiziario non ha intenzione di incassare il denaro, né di aiutare gli indagati a quantificarlo. Tre dei quattro dipendenti indagati sono assistiti dal penalista Alfonso Maria Chieffo, il quarto dall’avvocato Gianfranco Iacobelli, affiancati da colleghi giuslavoristi per seguire gli aspetti disciplinari. L’Amministrazione comunale, infatti, nel frattempo ha avviato l’iter che dovrebbe portare, entro quattro mesi, all’emissione di un provvedimento definitivo, indipendentemente dall’esito giudiziario. In altre parole i dipendenti indagati rischiano di essere licenziati prima di essere condannati, ma su questo aspetto non tutti concordano perché sono state avanzate formali contestazioni rispetto a tempi e procedure adottate sinora dall’Amministrazione comunale. Il provvedimento di sospensione “sine die” a mezzo stipendio sarà impugnato davanti al tribunale del lavoro, ma anche la convocazione davanti alla commissione disciplinare è stata contestata dall’avvocato Chieffo, il quale ha consigliato ai suoi assistiti di non presentarsi né lunedì, né ieri, ma di produrre esclusivamente memorie difensive. Il quarto indagato, invece, ieri si è presentato davanti alla commissione composta dall’ingegnere capo Silvestro Aquino, dal responsabile del settore finanze e capo del personale Paolo De Giuseppe e dal responsabile del settore tributi e capo del settore vigilanza Enrico Reppucci, accompagnato da un collaboratore dell’avvocato Iacobelli. A quanto è dato sapere la linea difensiva è di un coinvolgimento marginale rispetto a chi da un lato preparava le buste paga e chi dall’altro firmata materialmente i mandati di pagamento. In ogni caso la sensazione è che l’inchiesta potrà presto rivelare altri fatti direttamente o indirettamente connessi con la vicenda delle buste paga gonfiate, come ad esempio quello dei 20mila euro risparmiati in un anno semplicemente rendendo nominativi i buoni pasto. La segretaria comunale, intanto, ha già provveduto a rinominare lo staff addetto al controllo interno, sostituendo i dipendenti indagati con altri colleghi. La giunta comunale, infine, ha deciso di far seguire le indagini della Procura da un avvocato penalista.
Truffa al Comune, uno degli indagati prova a scagionarsi
Gli altri tre non sono comparsi davanti alla disciplinare
Atripalda.