«Situazione deprimente per il paese, il sindaco avrebbe dovuto limare e non scendere sul personale che nulla c’entrava con la discussione sulle indennità versate alla Fondazione».Non ha peli sulla lingua Stefano Gentile, che difende il collega di minoranza Rino Palmieri, coinvonto nella lita in aula con Biancardi. «Davanti ad uno spettacolo indecente - prosegue Gentile - ho cercato di mettere pace, chiedendo che la seduta fosse sospesa per una decina di minuti. Alla ripresa dei lavori, ho preteso che entrambi chiedessero scusa alla gente e si chiarissero». Gentile però vuole andare oltre, mettere una pietra sopra all’accaduto per tornare a parlare dei problemi che affliggono Avella. A cominciare dal mancato collaudo delle opere pubbliche, non disdegnando però di rendere pubblico il suo personale pensiero sul caso Fondazione. «Purtroppo, non posso espormi a querele poiché non si sa bene come stianoo le cose. Ad ogni modo, non si fa peccato nell’affermare che il sindaco, nominando i membri che lui riteneva più idonei, abbia oggi una certa influenza sulla Fondazione. Anche noi abbiamo nominato una persona, dopo due anni ri richieste. Abbiamo indicato un architetto, che per i beni culturali poteva rappresentare un esperto del settore. Però, in generale, ritengo che vi sia poca esperienza e professionalità in parte delle persone indicate dal sindaco come componenti della Fondazione. E se lo sostiene anche una parte della maggioranza, per una questione di trasparenza, credo sia il caso di verificare».
«Per quanto riguarda la gestione amministrativa - prosegue Gentile - Biancardi dovrebbe fare meno comizi e concentrarsi di più sulle opere pubbliche. A me non interessa chi fa cosa, ma piuttosto che i soldi pubblici siano spesi bene e che si eseguano i controlli sugli interventi effettuati. La maggior parte dei lavori ad Avella non sono mai collaudati. C’è un meccanismo poco chiaro anche sulle gare, gestiti quasi sempre dalla stessa commissione. Già questo aspetto sembrerebbe un’anomalia. E poi, chi viene a fare lavori e commette errori, creando disagi alla cittadinanza, deve risarcire i danni. Ieri mattina, ad esempio, nel corso di un sopralluogo al cantiere di via Carlo III si è scoperto che la Sidigas, attraverso precedenti lavori, aveva ostruito i canali per il deflusso delle acque reflue. Il sindaco anziché vantarsi di aver risolto il problema, si prodighi per far sì che l’azienda risarcisca i danni».
Sulla questione delle indennità alla Fondazione, registriamo anche la nota di Antonio Larizza, Antonio Maiella e Alberto Ciano, riconfermati nel CdA dell’organismo. «Il tentativo di mettere in un angolo la Fondazione “Avella Città d’Arte” ad opera di patetici personaggi della politica locale, di maestri di qualunquismo, colora di tinte fosche la legittima attività della stessa. Assistiamo a proclami con accuse scomposte ed irriguardose, oltre i limiti della decenza, da parte di “guru” locali e provocatori di professione che, a dispetto del necessario confronto democratico, bocciano sistematicamente con la protervia del prepotenti, idee e soluzioni diverse dalle proprie. La Fondazione non può essere mortificata da simili personaggi, che produzono disturbo e confusione attraverso generiche ed infamanti accuse. Noi preferiamo affrontare i problemi con la responsabilità e la serietà necessarie, preferiamo anteporre l’interesse collettivo alla nostra vanità e autoreferenzialità. La Fondazione Avella Città d’Arte, nel dichiararsi disponibile ad ogni confronto, anche attraverso incontri pubblici, mette a disposizione di ogni cittadino e consigliere comunale, la propria documentazione fiscale e contabile, nel pieno rispetto delle regole di trasparenza»
di Rocco Fatibene