Dopo la rissa in Consiglio è ancora scontro sulle indennità

Palmieri: «Nella Fondazione i soldi non ci sono». Il sindaco di Avella, Biancardi: «Ecco le carte»

Avella.  

Attimi di tensione, martedì sera, nella sala consiliare del Comune di Avella dove il sindaco Domenico Biancardi e il consigliere di minoranza Pellegrino Palmieri per poco non sono venuti alle mani. C’era il consiglio comunale e si discuteva, animatamente, della Fondazione Avella Città d’Arte e, in particolare, delle indennità di carica che gli amministratori non avrebbero percepito per sovvenzionare l’organismo culturale. Ad un certo punto, fra Biancardi e Palmieri i toni diventano sempre più concitati ed offensivi. Urla, accuse, improperi e… alla fine il banco salta. Ma per davvero. Nel senso che, in un impeto d’ira, il consigliere Palmieri solleva per aria il tavolo del consiglio. Ne scaturisce un parapiglia sedato da alcuni cittadini, dai vigili urbani e dal presidente del consiglio comunale Giuseppe Ponticelli. Quegli attimi noi li abbiamo riproposti immediatamente sul nostro sito web, www.ottopagine.net, attraverso un video amatoriale gentilmente concessoci da un lettore di Ottopagine.

All’indomani della furibonda lite è tempo di chiarimenti e reazioni. Ma anche di precisazioni sul comportamento tenuto. Ad esempio quelle che provengono da uno dei protagonisti della disputa, Pellegrino Palmieri. «E’ stato uno scatto d’ira. Gesti ingiustificati, atteggiamenti che vanno condonnati, ma non c’è da meravigliarsi: in tutti i contesti umani è possibile perdere il controllo. Bisogna capire però le motivazioni alla base dei comportamenti. In politica - spiega Palmieri - un sindaco deve essere autorevole e non autoritario. La somma dei voti dell’oppopsizione ad Avella è superiore ai voti della maggioranza. Biancardi quindi è il sindaco del paese, non il padrone. Probabilmente, ho esagerato e mi scuso con i cittadini ma non ci facciamo mettere i piedi in testa in consiglio comunale. Rappresentiamo i cittadini più deboli del comune in cambio di nulla. Il sindaco, invece, avrebbe rinunciato alle indennità di carica, che sarebbero state messe a disposizione della Fondazione, ma che però nel fondo cassa non ci sono. Le mie attività private, invece, non hanno nulla a che fare con il Comune. Non ho alcun interesse che cozza con la attività di rappresentante istituzionale».Dunque, Palmieri non cambia opinione e continua a chiedere al sindaco dove siano finite le indennità di carica.

Mimmo Biancardi però risponde carte alla mano, pubblicando sul suo profilo facebook la deliberazione di giunta del 2012 con cui le indennità di sindaco ed assessori, 55mila euro, vengono devolute alla Fondazione Avella Città d’Arte. «E’ così è stato fatto anche nel 2013, 2014 e nel il 2015, anche se in quest’ultimo caso la delibera non è stata ancora pubblicata», puntualizza il primo cittadino, che poi ritorna alla rissa sfiorata martedì sera. «Come ben si vede dal video ho semplicemente risposto, certo in maniera energica, ma da seduto, alle sue accuse e nefandezze. Palmieri sosteneva che il sindaco percepiva le indennità di carica. Io non ho mai percepito un solo euro. Non poteva permettersi di dire cose non vere in Consiglio dinanzi alla gente. La Fondazione, poi, non è un’associazione personale, è del Comune, il suo bilancio è sottoposto ad un revisore contabile. L’ho sfidato a dimostrare il contrario, e gli ho detto anche mi sarei dimesso. Pertanto, mi chiedo: perché creare questi inciuci? Palmieri è un istigatore, ma alla fine è caduto nella trappola da lui stesso tesa, colpito da un gesto d’ira».

 

di Rocco Fatibene