Città paralizzata dal vuoto amministrativo

Document politico del movimento "Piazza Grande"

Atripalda.  

Tra ispezioni ed 'interrogazioni' mattutine e serali figure di... niente, da qualche giorno si trascina la imbarazzante e stentata quotidianità di Spagnuolo&friends. In una sequela di ... io vorrei, non vorrei, ma se vuoi... , di private reticenze e di pubblici proclami, di iniziative ingenuamente temerarie, di faccine compunte e facce toste si paralizza la vita amministrativa della città e se ne sottolinea il progressivo declino, mentre si rappresenta con la dilettantesca superficialità di amministratori allo sbando, la sceneggiata dei mezzi sentimenti. Insomma, se non siamo alla resa dei conti, già annunciata dalla fragilità politica dei contraenti e dalla raccogliticcia inconsistenza numerica della sedicente maggioranza, siamo almeno alla farsa. Quando sarà possibile ricostruire il tortuoso percorso stragiudiziale che ha portato da ultimo, il 7 febbraio scorso, alla pubblica rappresentazione di una denuncia congiunta, verso impiegati già rei confessi, e poi alla spettacolarizzazione del bisogno, pubblicamente esibito in un'orgia di demagogia e luoghi comuni, sarà finalmente chiaro, senza più ombra alcuna, il vuoto che è chiamato ad amministrare Atripalda. Un vuoto di idee, un vuoto di prospettive, un vuoto di pensiero politico, fino all'imbarazzante vuoto... di memoria, ignaro di procedure e di buon senso comune, che è andato in scena, anche nella surreale e malinconica seduta consiliare di giovedì sera. Convocata d'urgenza, il 13 febbraio, nell'ingenuo e puerile tentativo di fingere una normalità, ormai irrimediabilmente compromessa da atti e comportamenti approssimativi nella forma e discutibili nella sostanza e che perciò è andata mestamente deserta. Puerile la finta normalità della commemorazione pubblica del compianto dirigente scolastico Elio Parziale (che andava rinviata, o almeno, con garbo istituzionale, concordata tra i gruppi consiliari, per evitare che evaporasse nella prevedibile tensione del dibattito); puerile il vuoto di memoria sindacale, per impedire uno scomodo contraddittorio sul personale; puerile il tentativo di arginare l'esercizio delle funzioni consiliari, rivendicate dal consigliere Pacia, con il richiamo ad una desueta ordinanza interdittiva di dubbia legittimità ed alla faccia della trasparenza. Beninteso chi si è macchiato, per qualunque ragione, di indebite appropriazione di pubblico danaro, non ha giustificazioni e - se riconosciuto colpevole - dovrà essere punito, secondo la legge; è tuttavia sgradevole ed intollerabile il tentativo di gestire e poi di cavalcare un comprensibile sdegno popolare. Perché non è questa la funzione alla quale è chiamato un amministratore capace e un sindaco responsabile e stasera è stata definitivamente chiara la differenza...

Raffaele La Sala

(Coordinatore “Piazza Grande”)