Comune, buste paga passate al setaccio

Incaricato un consulente esterno con il compito di verificare la regolarità di tutte le spettanze

Atripalda.  

La vicenda truffa aggravata e continuata ai danni delle casse comunali di cui sono accusati quattro dipendenti comunali si arricchisce ogni giorno di sviluppi e particolari non sempre del tutto chiari. Intanto, a distanza di alcuni giorni, hanno trovato conferma le anticipazioni fornite proprio su queste colonne circa l’imminente assunzione di un provvedimento di sospensione cautelare dal servizio. Il sindaco Spagnuolo, infatti, ha firmato un decreto col quale i quattro dipendenti indagati sono stati sospesi “sine die” con una riduzione del 50% dello stipendio. Un provvedimento previsto ed atteso quello del primo cittadino assunto “considerata la natura dei reati su cui si sta indagando - si legge nel decreto -, che sostanziano l’ipotesi delittuosa contro la pubblica amministrazione di gravissimo danno per il comune di Atripalda e ritenuto di dover tutelare le finalità probatorie connesse al procedimento disciplinare atteso che dalle correnti attività contabili su dati stipendiali si rilevano elementi oggettivi atti a suffragare i fatti sui quali si sta indagando”. Aggiungendo che “la permanenza in servizio dei dipendenti indagati, seppur trasferiti ad altri uffici, determina, oltre al periculum in mora, un’evidente potenzialità lesiva della credibilità dell’intero apparato amministrativo presso il pubblico”. Insomma, un atto d’accusa molto preciso ed, a quanto si legge, già sostanzialmente provato prima che riconosciuto dagli stessi indagati in misura diversa a seconda del grado di coinvolgimento. Infatti, ciò che sembra essere emerso con molta chiarezza finora è che mentre per alcuni dipendenti i fatti potrebbero essere contestati da almeno dieci anni a questa parte, per almeno uno di loro risalirebbero solo dal mese di luglio del 2013 e per un ammontare complessivo di circa 8.500 euro. Ciò a conferma del fatto che non tutti gli indagati sono nella stessa posizione e, quindi, rischiano condanne diverse fra loro. In ogni caso, gli sviluppi più interessanti non riguardano solo la sospensione dal lavoro degli indagati, già nell’aria da tempo, ma i particolari che sono venuti fuori in queste ore dagli interrogatori di garanzia. Sarebbe emerso, infatti, che alcuni amministratori, il sindaco in compagnia di un cittadino si sarebbero incontrati nei pressi di una stazione di servizio sulla SS. 7 bis con i dipendenti indagati almeno quattro giorni prima della presentazione della denuncia alla Questura. Ovviamente il contenuto del colloquio è riservato, ma non si esclude l’ipotesi che gli amministratori cercassero conferme ai loro sospetti, oppure sapere se fossero coinvolti anche altri dipendenti, oppure, ancora, volessero solo immaginare un compromesso possibile. Fatto sta che 48 ore dopo, a tarda sera, utilizzando il fax di una attività privata, il sindaco fa partire la prima denuncia indirizzata al Procuratore capo Rosario Cantelmo, dal quale si reca il giorno senza, però, essere ricevuto. Sabato 7 febbraio, invece, la denuncia viene formalmente presentata in Questura, scatenando i fatti di cui si sta narrando. Insomma, da quanto tempo realmente si fosse a conoscenza della truffa resta ancora un mistero, mentre sembra assolutamente confermata l’ipotesi che la scoperta sia avvenuta per caso, non molto tempo fa, da parte di un funzionario che spulciando fra la posta in entrata avrebbe notato una richiesta di riscontro di un istituto di credito per la concessione di un prestito ad uno dei dipendenti indagati che aveva presentato una busta paga apparsa un po’ alta. A quel punto c’era poco da fare, il cerchio prima o poi si sarebbe inevitabilmente chiuso. E, dunque, velocemente sono arrivate le prime ammissioni, il coinvolgimento di tutti gli indagati, le perquisizioni domiciliari e al Comune dove, si è poi saputo, i quattro dipendenti erano tutti presenti quando sono arrivati gli uomini della squadra mobile e da dove sono stati fatti uscire utilizzando l’ingresso dell’ufficio Anagrafe per evitare i flash dei giornalisti appostati davanti al portone principale. L’indagine, comunque, è ancora all’inizio, a quanto pare finora è stata esaminata solo una parte dei documenti cartacei e non si esclude il coinvolgimento, anche se solo con l’ipotesi di “culpa in vigilando”, anche di altri dipendenti assolutamente estranei ai fatti. Intanto, il responsabile del servizio economico finanziario, De Giuseppe, su richiesta del segretario generale Curto, ha nominato un consulente esterno in grado di setacciare tutte le buste paga alla ricerca di ulteriori anomalie. Il tecnico incaricato è Gabriella Spagnuolo e percepirà un compenso netto di 1.500 euro al mese. Anche le attività dell’ufficio Ragioneria sono state affidate all’esterno ed in particolare alla ditta E.D.C. Service srl per l’importo netto di 2.900 euro al mese.