L'acqua negata in Irpinia: un'emergenza ignorata per mesi

Comitato Uniamoci per l'acqua: "I cittadini chiedono soluzioni concrete e durature"

l acqua negata in irpinia un emergenza ignorata per mesi

Il resoconto del comitato Uniamoci per l'acqua...

Grottaminarda.  

Da luglio scorso, il comitato "Uniamoci per l'acqua" ha lanciato un grido d'allarme, inviando una pec al sindaco di Nusco e ai 117 sindaci della provincia di Avellino nonché al presidente della Provincia di Avellino, denunciando la grave crisi idrica che attanaglia l'Irpinia. Un appello rimasto inascoltato per mesi, fino a quando l'esasperazione dei cittadini ha costretto alcuni amministratori a prendere posizione.
Un'inerzia inaccettabile

È sconcertante constatare come solo ora, a distanza di mesi, alcuni sindaci si siano resi conto della gravità della situazione. Le continue interruzioni dell'erogazione idrica, la scarsità della risorsa e la vetustà delle infrastrutture sono problemi noti da tempo, eppure le istituzioni locali sembrano aver agito con grande lentezza, limitandosi a gestire l'emergenza in modo contingente.

Dalla pec all'autobotte: un'azione tardiva e insufficiente

Le richieste dei sindaci, come quella di fornire un calendario delle sospensioni o di richiedere autobotti, sono misure palliative che non risolvono il problema alla radice. È evidente che l'obiettivo di molti amministratori sia quello di gestire l'emergenza senza affrontare le cause profonde della crisi.
Il rischio di una "emergenza a vita"

Purtroppo, la storia ci insegna che le emergenze, se non affrontate con decisione e lungimiranza, tendono a cronicizzarsi. Il rischio è che la crisi idrica in Irpinia diventi una condizione permanente, con ripercussioni sempre più gravi sulla vita dei cittadini e sullo sviluppo del territorio.

Il ruolo dei sindaci: tra responsabilità e inerzia

I sindaci, in quanto soci di maggioranza di Alto Calore, hanno un potere decisionale significativo all'interno dell'azienda. Possono influenzare le scelte strategiche, indirizzare gli investimenti e controllare la gestione del servizio idrico. Eppure, di fronte all'emergenza, molti di loro sembrano impotenti, limitandosi a chiedere interventi straordinari a un'entità esterna, come se Alto Calore fosse un ente di un altro pianeta e non una società partecipata dai comuni.

Dalla responsabilità alla supplica. Invece di esercitare il loro potere di soci per incidere sulle decisioni di Alto Calore, i sindaci si limitano a chiedere l'elemosina, supplicando l'azienda di intervenire per risolvere un problema che, in gran parte, è frutto delle loro stesse scelte o omissioni.

Cosa chiedono i cittadini

I cittadini chiedono soluzioni concrete e durature:
Investimenti immediati: Per la ristrutturazione completa della rete idrica, utilizzando tecnologie innovative per ridurre le dispersioni e migliorare l'efficienza del sistema.
Una gestione trasparente: Di Alto Calore Servizi, garantendo un servizio di qualità e coinvolgendo i cittadini nelle decisioni.

Un'azione coordinata: Da parte di tutti i sindaci, per presentare un fronte comune alle istituzioni e chiedere con forza interventi urgenti e risorse adeguate.

Un appello al governo e al Parlamento

È necessario che il governo e il Parlamento intervengano con provvedimenti normativi e finanziari specifici. Occorre stanziare fondi adeguati per la riqualificazione delle infrastrutture, promuovere l'uso efficiente dell'acqua e sostenere la ricerca di nuove fonti idriche.
Conclusioni

L'emergenza idrica in Irpinia è una ferita aperta che richiede una cura immediata e profonda. I cittadini non possono più attendere. È ora di agire con determinazione e responsabilità, prima che sia troppo tardi.