Il Pontefice parla di pace e di rispetto delle donne nell'Angelus del 1º gennaio, dedicato alla Vergine Maria. Torna a pregare contro la guerra in Ucraina e in Medioriente, dicendosi anche preoccupato per la scarsa libertà in Nicaragua e per i rischi posti dall'intelligenza artificiale.
Papa Francesco ha ribadito l'invito ai fedeli a pregare per la pace in Ucraina e in Medio Oriente, durante la benedizione del primo Angelus dell'anno dedicato alle donne e alle madri. E in Vaticano c'era esposta la Virgo Lactans dell'Abazia di Montevergine a Mercogliano, in provincia di Avellino. Tra i primi esempi dell’arte occidentale, la costruzione iconografica è epifanica: la Vergine guarda di fronte a sé, come di lontano, e conserva l’immagine regale della Madre di Dio delle icone bizantine. Proprio in occasione delle celebrazioni di fine anno e del 1° gennaio, è esposta, nella Basilica di San Pietro, la bella icona della Virgo lactans proveniente da Montevergine che riveste nel suo impianto iconografico precisi echi bizantini. In tanti hanno ammirato e venerato l'icona sacra, proveniente dall'Abazia benedettina sul Partenio.
"L'amore non soffoca mai" ed è contrario a "tutte le forme di possesso o di abuso" ha esortato il Pontefice nel giorno, il 1 gennaio, che la Chiesa dedica alla Vergine Maria.
"Il mondo ha bisogno di guardare alle madri e alle donne per uscire dalla spirale della violenza e dell'odio e per tornare a vedere le cose con occhi e cuore autenticamente umani" La benedizione in piazza San Pietro ha toccato altri due temi, a partire dal Nicaragua dove vescovi e sacerdoti cattolici sono "privati della loro libertà" ha denunciato Francesco.
Torando all'icona sacra: Nell’iconografia diffusissima della Madonna con Bambino vi è quella particolare della Madre che allatta il Figlio, che non è semplicemente devozionale ma anche di profondo significato teologico. Grandi artisti si sono misurati con la tenerezza indicibile di questo gesto amoroso che è terreno e spirituale al tempo stesso. Papa Francesco ha più volte ribadito l’importanza e la naturalezza dell’allattamento, emblema del mistero miracoloso della vita.Una iconografia particolare della Vergine con il Bambino: la Madonna lactans o del latte, diffusa e molto antica. Divinità che allattano sono presenti in ogni tempo, fin dalla preistoria e in ogni luogo. Notissima è, ad esempio, la dea egiziana Iside che allatta Horus. Sembra che proprio da questa prenda forma, in ambito orientale, la Madonna allattante, presente fin dal VI secolo, nell’arte copta e poi bizantina, dove è detta Panaghia Galaktotrophousa, la “tutta santa che dona il latte”. In occidente, nei primi secoli dell’era cristiana, appaiono alcune sante cosiddette “galattofore”, cioè portatrici di latte e per questo invocate dalle puerpere, come sant’Agata, santa Brigida, santa Romana, ma l’iconografia della donna che allatta appartiene interamente alla Vergine e si afferma soprattutto all’inizio del Trecento, quando nell’arte si abbandonano gli stilemi orientali delle icone e la rappresentazione diventa meno ieratica, meno distante e più vicina all’umanità. Alla metà del Duecento, assistiamo a un’altra rivoluzione artistica che è nel Crocifisso, ovvero nell’affermazione del Christus patiens, Cristo sofferente, su quello triumphans, Cristo trionfante, dei secoli precedenti. Artefici ne sono i francescani che scelgono un linguaggio artistico più comprensibile, empatico, che avvicini i fedeli alla Chiesa in modo diretto, anche emozionale. E cosa c’è di più divino e insieme umano del rapporto tra un figlio appena nato e sua madre? Rappresentano il mistero della vita stessa. E il momento dell’allattamento ne è l’immagine più immediata.