Cataruozzolo: "Addio sviluppo senza polo logistico nella zona Zes Valle Ufita"

"Una riflessione frutto di oltre un anno di lavoro volontario al servizio della mia comunità"

cataruozzolo addio sviluppo senza polo logistico nella zona zes valle ufita

Riceviamo e pubblichiamo

Grottaminarda.  

"Questa mia riflessione nasce da oltre un anno di lavoro volontario al servizio della mia comunità con l’intento di fare chiarezza in questo turbinio di notizie false che vengono diffuse ad arte dai soliti apprendisti stregoni “per scopi di scopisco”."

E' quanto scrive in una nota il segretario cittadino del partito democratico Nicola Cataruozzolo. 

A differenza di Pasolini che diceva io so ma non ho le prove, io qualche prova ce l’ho e la esibirò nelle sedi opportune.

Tutto ebbe inizio con la costruenda stazione Hirpinia in una posizione baricentrica della linea ferroviaria dell’Alta Velocità - Alta Capacità Napoli-Bari “ un’infrastruttura di mobilità  strategica” per l’intero mezzogiorno.

La stazione Hirpinia è situata in località Santa Sofia, territorio di Ariano Irpino, a 1 Km. dal centro abitato di Grottaminarda e vicina all’area industriale e alla zona Zes di Valle Ufita (comune di Flumeri).

La stazione senza il polo logistico non ha ragione di esistere e così i comuni limitrofi, il Consorzio Asi, Confindustria e le Organizzazioni sindacali sottoscrivono nel mese di marzo 2021 un protocollo di intesa da presentare al governo per realizzare una piattaforma logistica in Valle Ufita.

“Il Protocollo è il risultato di un lavoro di concertazione e coesione che è stato concepito e realizzato dagli attori del territorio mediante un’intensa interlocuzione tra i vari livelli di Governo, tutti ben consapevoli che la Stazione manifesterà completamente la sua funzione solo se interconnessa con una piattaforma logistica intermodale che possa consentire lo scambio gomma/ferro.”

Non mancano gli entusiasmi e le dichiarazioni per il presidente di Confindustria Avellino, Emilio De Vizia, il Protocollo è: “il primo passaggio necessario per qualificare l’area della Stazione Hirpinia e dar vita ad un polo logistico a ridosso delle aree industriali per lo scarico e lo stoccaggio delle merci, valorizzando finalmente l’area della Zona Economica Speciale di Flumeri che, naturalmente, si configura quale retroporto dei Porti di Napoli e Salerno e favorire nuovi insediamenti nelle aree produttive di Sturno, Frigento e Ariano Irpino.

Quest’opera e le infrastrutture di collegamento, dovranno essere inserite, al pari della Stazione Hirpinia, nel Recovery Plan.

Uno degli effetti positivi sarà senza dubbio la ripopolazione del territorio”. Nel mese di luglio si arriva alla presentazione in pompa magna dello studio, ricerca Svimez – Confindustria “Le prospettive di sviluppo del nuovo terminal logistico Hirpinia” che mette in rilievo “le agevolazioni e gli incentivi, recentemente rafforzati e finanziati anche con il Pnrr, che finanzia infatti nella Componente M5C3: Interventi Speciali per la Coesione Territoriale, interventi di connessione di “ultimo-miglio” principalmente ferroviari con porti e aree industriali ricadenti nelle Zes, privilegiando altri progetti che favoriscono la riduzione di emissioni di gas climalteranti, previsti per l’insediamento di attività produttive nelle Zone Economiche Speciali retroportuali del Mezzogiorno, potrebbero fortemente incentivare investimenti in piattaforme per la “Transizione Ecologica Logistica” (Zes-Tel) e relativi Green Intermodal Corridors di collegamento tra di esse, realizzando nel Mezzogiorno continentale una rete intermodale “a zero emissioni” con costi, tempi ed esternalità negative molto ridotti rispetto agli attuali.”

Con queste premesse il governo accoglie le richieste inserite nel protocollo suindicato e con D.M. n.492, pubblicato in G.U. il 4/01/2022 finanzia 26 milioni di euro in attuazione del Pnrr, misura M5C3-11- investimento 4 “Interventi infrastrutturali per le zone economiche speciali (Zes)”, che ripartiva la somma di 630 milioni di euro tra le zone economiche speciali per la realizzazione di interventi tra loro coerenti e interconnessi che mirano nel loro insieme a favorire la competitività e lo sviluppo economico nelle aree Zes.

E rientrano nei seguenti ambiti:

A. collegamento di “ultimo miglio”, volto a realizzare efficaci collegamenti tra le aree portuali ed industriali e la rete infrastrutturale ferroviaria e stradale facente parte delle reti di trasporto principali.

B. digitalizzazione e potenziamento della logistica, urbanizzazioni green e lavori di efficientamento energetico ed ambientale nelle aree retroportuali e nelle aree industriali appartenenti alle Zes.

E’ utile ribadire che i fondi del Pnrr devono rispettare tempi e modalità di esecuzione in quanto rientrano nel programma di investimenti che l'Italia ha presentato alla Commissione europea nell'ambito del Next Generation Eu.

A tutt’oggi risulta che in sedici mesi (otto mesi di complicità dei due governi) il soggetto attuatore RFI (Italferr) è inadempiente perchè non ha presentato alcun progetto, non si potrà indire la gara e di conseguenza non potranno iniziare i lavori entro il 31 dicembre 2023


A questo punto si corre davvero il rischio che i 26 milioni ci verranno tolti considerato i ritardi che si sono accumulati in questi mesi. La richiesta delle forze politiche, sindacali e padronali persevera nell’errore quello di continuare la tiritera con RFI che vorrebbe realizzare una piattaforma logistica per un importo lievitato a circa 90 milioni di euro (stime RFI) come se niente fosse accaduto in questi mesi. 

Nell’incontro con il deputato Gianfranco Rotondi ho ribadito che siamo in un vicolo cieco ed ho invitato i presenti a rispettare i dettami normativi previsti (D.M. n.492).

1) Il finanziamento di 26 milioni concesso dal governo Draghi è vincolato alla Zona Zes di Valle Ufita come è stato chiesto dall’intesa delle forze istituzionali e associative e rispecchia appieno le esigenze del territorio;

2) Un altro motivo più importante per implementare la Zona Zes di Valle Ufita è quello di cogliere l’occasione che davvero si può aprire una nuova stagione per le politiche di sviluppo del
Mezzogiorno. Per attrarre investimenti collocando nuove aziende da rendere immediatamente operativo fruibile, un laboratorio, dove si sperimentano modelli, a partire dalla semplificazione burocratica. Solo così si potrà creare occupazione e porre fine allo spopolamento.

3) La zona Zes di Valle Ufita è urbanizzata da tutti i punti di vista ed è attigua all’area industriale.
Il futuro occupazionale del territorio è legato agli investimenti delle industrie private attratte dagli ulteriori servizi da realizzare con i citati finanziamenti. I benefici destinati alle imprese che scelgono di insediarsi in una Zes non sono solo di carattere economico ma sono accomunati dagli obiettivi politici di attrarre investimenti diretti esteri (Ide)

4) Contestualmente se il governo tiene a cuore come tutti noi le sorti di una piattaforma logistica integrata reperisca i fondi occorrenti senza fare “ammuina”. Noi non andiamo con il cappello in mano da nessuno.
Quindi, a mio parere, dare ulteriori 10 giorni come ultimatum al soggetto attuatore Rfi, per scoprire le carte al fine di redigere subito il progetto e appaltare i lavori, rappresenta un’inutile perdita di tempo.

L’alternativa per accelerare l’iter è quella di estromettere Rfi e affidare il tutto al commissario governativo per le zone Zes della Campania Giosy Romano che già è intervenuto “su cinque progetti per opere infrastrutturali già avviati o in via di attivazione per circa 98 dei 136,6 milioni a disposizione.

Cantieri aperti entro il 2023, conclusione dei lavori entro giugno 2026. Visto dalla Zes Campania, la prima delle otto Zone economiche speciali del Mezzogiorno ad essere entrata in funzione, il Pnrr non sembra un’incognita o, peggio, un’occasione già sprecata.

L’affidamento diretto della realizzazione delle opere al soggetto attuatore, e cioè il Commissario straordinario di Governo, si conferma ancora una volta la strada maestra per rispettare i tempi, evitare localismi, azzerare le pastoie burocratiche. Una sorta di alta velocità istituzionale, resa ancor più affidabile da ciò che al di fuori di questo perimetro sta succedendo o rischia di succedere.

È il caso, proprio in Campania, della piattaforma logistica della Valle Ufita, in  Irpinia, collegata all’alta velocità Napoli-Bari, che pur rientrando nel Pnrr con un investimento di circa 26 milioni (ma non nella responsabilità diretta del commissario Zes) è finita al centro di una vivacissima polemica politica dall’esito incerto.”