Hanno cantato grazie alla spinta coinvolgente di Luca Pugliese, preparato pietanze al fianco di chef affermati e alcuni di loro, non a caso 12 come gli apostoli di Cristo si sono radunati intorno alla tavola insieme al vescovo Sergio Melillo. E’ l’altra faccia del carcere Campanello di Ariano Irpino in vista della Pasqua.
Un momento di gioia e condivisione fraterna, all’avvio della settimana santa, fortemente voluto dalla direttrice Maria Rosaria Casaburo, che insieme al suo team sta portando avanti in maniera inarrestabile una serie di iniziative e progetti interessanti e del tutto inediti.
Non era mai accaduto finora nella storia del penitenziario arianese. Nonostante le croniche difficoltà, si sta facendo ogni sforzo per migliorare la vivibilità all’interno. E i risultati sono evidenti sotto ogni aspetto. A breve i detenuti verranno coinvolti nelle attività di formazione e prevenzione, grazie alla sinergia con la protezione civile flumerese guidata dal presidente Francesco Giacobbe. L’obiettivo è quello di formare una vera e propria squadra di emergenza, all’interno del carcere pronta a partire in caso di calamità, con tutti gli strumenti e mezzi necessari. Un modello italiano che partirà proprio dall’Irpinia.
Tornando all’iniziativa di oggi e a quello che è stato definito come un pranzo stellato, presenti gli chef Domenico Iavarone di José Restaurant a Tenuta Villa Guerra a Torre del Greco e Nunzio Carannante, chef di Villa Orsini a Mirabella Eclano.
Significativa la presenza dei volontari di Prison Fellowship Italia Onlus e del Rinnovamento nello Spirito Santo.
Toccante la testimonianza di Bartolomeo Mercuri, presidente dell’associazione il Cenacolo, ex detenuto e diventato oggi “Papà Africa” per la sua straordinaria azione umanitaria al fianco di chi vive nelle tende e case di fortuna nella Piana di Gioia Tauro. Il carcere per lui è stata la sua palestra di vita.
La sua storia è allucinante
L’uomo finì in carcere nel 1989, all’età di 33 anni. Era di ritorno dalla fiera del mobile, incontrò in treno un giovane come lui, i due viaggiarono insieme per poi prendere un taxi. E qui accade qualcosa di impensabile.
Durante il controllo vengono fermati dalla guardia di finanza, i militari trovano un fucile Kalashnikov nel borsone del ragazzo, tutti verranno arrestati compreso il tassista. Per Mercuri, trovatosi nel posto sbagliato al momento sbagliato, una condanna a 4 anni e 4 mesi.
Queste oggi le sue parole rivolgendosi ai detenuti in sala: “Voi siete tutti feriti, qui c’è la carne ferita di Gesù.”