Buon compleanno Taurasi, promosso dal Gal Irpinia in collaborazione con il Comune di Taurasi, bilancio estremamente positivo per l’evento che ha voluto celebrare i trent’anni del riconoscimento della denominazione di origine e controllata per il vino rosso più blasonato del Sud Italia. Un pubblico numeroso ed entusiasta ha partecipato alla due giorni che ha visto alternarsi, nella suggestiva location del Castello Marchionale di Taurasi, sede dell’enoteca regionale dei vini campani, momenti di degustazione, masterclass, incontri e laboratori.
Qualificato il parterre istituzionale e di addetti ai lavori che ha animato le due giornate. Enti, associazioni di categoria, imprenditori ed operatori hanno partecipato con entusiasmo alle tavole rotonde che si sono tenute nel corso dell’evento. In particolare, momento di riflessione è stato l’incontro dal titolo “Il Taurasi dalla Doc alla Docg: un racconto lungo trent’anni” che ha dato avvio all’iniziativa, occasione utile per fare un bilancio su tutto quanto accaduto in questi ultimi trent’anni e per individuare possibili prospettive per il futuro prossimo in termini di promozione, valorizzazione e traiettorie economiche, produttive ed occupazionali.
A narrare la storia, quella di un’impresa, l’ottenimento della Docg c’ha pensato Giovanni Maria Chieffo, presidente del Gal Irpinia, deus ex machina dell’iter che ha portato al riconoscimento in veste, nei primi anni ’90, di presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto.
“Devo dire – ha spiegato Chieffo – che c’è stato uno sforzo corale per raggiungere questo riconoscimento che, di fatto, ha dato il via libera alla vitivinicoltura moderna in provincia di Avellino. Basti pensare al fatto che oggi contiamo oltre 350 cantine a fronte delle pochissime che c’erano trent’anni fa. Oggi dovremmo riuscire a non dividerci. Ed il 2023 dovrebbe essere l’anno della ripartenza con nuove idee e nuove proposte. Il Gal Irpinia non vuole, come ovvio, sostituirsi a nessuno, ma vuole collaborare, in particolare con il Consorzio di Tutela, per dare vita a nuove iniziative. Abbiamo dato in questi ultimi anni grande spazio ad azioni dedicate alla ricerca, alla sperimentazione, all’innovazione. Abbiamo seguito interessanti startup. Vorremmo continuare a farlo interagendo in particolare con il Consorzio di Tutela”.
Cosa significa questo traguardo per Taurasi? L’ha spiegato il primo cittadino Antonio Tranfaglia: “Il nostro obiettivo – ha detto – è quello di mettere in funzione quanto prima il castello come sede dell’enoteca. Taurasi deve essere al centro di tutti i percorsi turistici che si muovono sul nostro territorio regionale. Entro quest’anno dovremmo riuscire nel nostro intento. Siamo sempre più convinti che il vino rappresenti il motore di tutto. Il nostro borgo può essere il valore aggiunto. Ecco perché seguiamo con interesse gli interventi di riqualificazione che si stanno tenendo in questi mesi con l’obiettivo di arrivare a 120 posti letto rispetto ai 30 attuali. Poco tempo fa ho avuto modo di incontrare diversi sindaci dei Comuni delle Langhe. Abbiamo molto da imparare da quel sistema territoriale. La programmazione in questo senso è fondamentale. Quel modello possiamo importarlo e mutuarlo. Il vino deve essere al centro di tutto. Solo così avremo lo sviluppo che auspichiamo”.
Il settore è trainante, in particolare per le aziende. Come ribadito dai rappresentanti delle organizzazioni di categoria. “Abbiamo un gap da colmare con altri territori vinicoli – ha detto Mario Grasso, direttore di CIA Campania – in questo i Gal possono avere un ruolo centrale come agenzie di sviluppo locale con attività di animazione territoriale. In questi anni hanno mostrato grandi capacità in questo senso. Diversamente da quanto accaduto in questa programmazione ormai agli sgoccioli vanno individuate risorse significative perché i Gruppi di Azione Locale possano incidere realmente nelle dinamiche di sviluppo”.
Ha approfondito il legame indissolubile tra vino e territorio Francesco Acampora, presidente provinciale di Coldiretti Avellino: “Con questo evento - ha detto – il Gal Irpinia ha dimostrato grandi capacità di fare promozione a conferma di come promuovere i vini non si possa fare senza uno stretto collegamento con il territorio che lo produce. Perché il vino rappresenta l’essenza stessa di un territorio. Su questo è evidente come i produttori in questi anni abbiano maturato molta consapevolezza. Per ottenere sempre maggiori risultati è necessaria la cooperazione. Serve coesione territoriale. Come Coldiretti stiamo provando a dare un nostro contributo e la conferma è rappresentata dalla costituzione del Distretto di qualità che nasce proprio nel tentativo di unire tutta la filiera intorno a progetti e strategie di sviluppo”.
Si è soffermato sugli aspetti tecnici, che pure hanno un loro rilievo, Roberto Di Meo, storico produttore, tra i soci del Gal Irpinia, e delegato regionale di Assoenologi Campania: “Siamo – ha detto – tra i pochissimi territori italiani ad avere tante potenzialità, alcune delle quali ancora non totalmente espresse. Il fatto che la politica ne abbia assunto consapevolezza è un fatto estremamente positivo. Per parlare del Taurasi dobbiamo dire che si tratta di un vino dalla longevità straordinaria. In questi anni abbiamo provato a fare un lavoro che andasse incontro alle esigenze di mercato ma senza stravolgere le caratteristiche del vitigno e della denominazione. Su questo versante sono stati fatti enormi passi in avanti. Alla politica chiediamo di comprendere il sacrificio dei produttori perché con il nostro lavoro eleviamo il territorio e muoviamo ricchezza sul territorio. Tutto questo andrebbe maggiormente compreso e valorizzato”.
E’ tra coloro che hanno fortemente contribuito a far uscire il Taurasi da una condizione di anonimato e di farlo conoscere in contesti di rilievo nazionale ed internazionale, il giornalista Luciano Pignataro si è soffermato in particolare sulla necessità di non dividersi: l’unità del territorio è fondamentale per una crescita duratura: “Mi auguro – ha detto - che dopo trent’anni questa festa diventi la festa di tutti, di chi ha iniziato questo processo, di chi ha iniziato a fare enoturismo in una condizione pionieristica, di tutte le persone che hanno contribuito a far sì che si ponessero basi concrete per poter dare vita ad un’economia legata al vino. Bisogna necessariamente trovare un elemento di mediazione che ponga fine a queste divisioni che personalmente mi amareggiano molto. Credo che sia chiaro a tutti che se non funziona l’Irpinia, non può funzionare la Campania del vino. Bisogna ricucire ferite che a mio avviso sono marginali. Tocca alla politica farlo. Deve prevalere l’interesse comune perché solo così potrà trovare soddisfazione anche l’interesse dei singoli”.
L’importanza della coesione territoriale e l’approvazione della legge regionale sull’enoturismo nell’intervento di Maurizio Petracca, vice presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania: “I festeggiamenti non finiranno qui- ha detto - Nei giorni scorsi ho avuto modo di confrontarmi con il governatore Vincenzo De Luca che ha condiviso con me l'idea di dare vita ad un programma di eventi di valorizzazione che prenda avvio da questo speciale compleanno ma che rappresenti l'occasione per dare nuova visibilità al nostro patrimonio vitivinicolo”.
“Negli anni scorsi l'Irpinia del vino – ha continuato - è stata bravissima a dividersi. Oggi questo lusso non possiamo più permettercelo. Abbiamo, al contrario, la necessità di essere compatti, anche solo per dare il nostro contributo al dibattito che pure si è innescato in Regione sulla possibilità di dare vita ad una nuova denominazione, la Campania doc. Siamo contrari? Siamo convinti che penalizzerebbe i nostri vini? Se ci dividiamo non potremo mai far sentire il peso che senza ombra di dubbio abbiamo nel mondo del vino regionale. Infine, il territorio. Il vino può essere un'occasione di sviluppo. Sono primo ed unico firmatario di un progetto di legge sull'enoturismo in Campania. Sono convinto che nel giro di pochi mesi il testo sarà licenziato. Si tratta di uno strumento che molto bene farà ai territori vocati al vino in Campania. E quindi anche in Irpinia”.
Ha spinto sulla necessità di festeggiare questo traguardo l’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Caputo: “Al prossimo Vinitaly – ha detto – annunceremo il percorso che intendiamo fare per dare la giusta visibilità a questa tappa con un’iniziativa che si terrà a Taurasi ed un’altra Napoli. Questo traguardo ci dà l’occasione per parlare di vino senza barricate. Abbiamo finalmente l’occasione di farci percepire come sistema, uscendo dalla logica del campanile. Esiste finalmente una condizione di maturità da parte de produttori che fa ben sperare. D’altronde siamo tutti d’accordo sul fatto che le divisioni non ci aiutano. Se negli anni scorsi ci si è divisi, bisogna superare questa condizione, soprattutto se si considera che proprio questi territori siano stati un vero e proprio faro per la vitivinicoltura regionale. Questo anniversario, infine, rappresenta l’occasione per dire grazie ai tanti produttori che hanno saputo valorizzare il nostro vino, in un periodo storico in cui di Campania se ne parlava poco e male. E’ merito loro se siamo arrivati ai livelli odierni”.