Melillo: Sant'Ottone, fratello degli ultimi e dei poveri, guida le nostre menti

Si sono concluse nella basilica cattedrale di Ariano Irpino le celebrazioni in onore del patrono

Un santo invocato dalla gente soprattutto nei momenti di grande difficoltà sin dai tempi della carestia. Chi non ricorda quella triste sera del 23 novembre 1980

Ariano Irpino.  

"O Sant’Ottone, prendici per mano nella notte. Tu, viandante alla ricerca di Dio, fratello degli ultimi e dei poveri,
pellegrino tra i colli verdeggianti della nostra Irpinia, umile e appartato nel romitorio silenzioso di Ariano, tieni in alto le braccia, con cuore aperto verso i dolori nostri e del mondo."

E' la preghiera del vescovo Sergio Melillo, scritta nei giorni più tristi e dolorosi per la chiesa stessa, che chiude i solenni festeggiamenti in onore del patrono della città che mai come quest'anno hanno fatto registrare un maggiore coinvolgimento e affiatamento da parte delle associazioni, come evidenziato durante la catechesi da don Marco Ulto.

"A te ci rivolgiamo in questo tempo di ansia e di dolore. Guardaci, o nostro Patrono! Guarda il nostro amato paese, la diocesi, la città, le nostre famiglie e ciascuno di noi. Liberaci, aiutaci!

Aiutaci a vivere l'ora presente come tempo di grazia, come opportunità per un futuro di rinnovata fraternità e autentiche relazioni. Scendi ancora una volta da tuo romitorio e vieni a visitarci, a consolarci!

Il mantello della fede e della speranza che ti copre le spalle sia la nostra protezione. Aiutaci a guarire il cuore, a riscaldare di fiducia le nostre attese.

Guida le nostre menti e i nostri cuori verso Cristo. Ispiraci lo stesso amore a Maria, Madre di Gesù, Aiuto dei cristiani,
che abitava il tuo cuore. Conforta chi piange nel dolore, risolleva la nostra gente, sostieni la mano stanca dei medici.
Accompagnaci con la forza della tua preghiera nel viaggio verso la vita. Amen!

Un santo invocato dalla gente soprattutto nei momenti di grande difficoltà sin dai tempi della carestia. Chi non ricorda quella triste sera del 23 novembre 1980

 Quella triste domenica del 23 novembre 1980, c’è chi sostiene ancora oggi che a proteggere la piazza affollata e il vicino bar smembrato con avventori in quel momento all’interno sia stata la mano  di Sant’Ottone. In un primo momento quando la gente si era radunata in auto sul Calvario si era parlato di morti sotto le macerie del campanile crollato sulla piazza. Ma con il passare delle ore e le delicate operazioni di scavo le voci vennero fortunatamente smentite.

Così Nicolino Iacobacci il 13 aprile 2020

Sant’Ottone Frangipane quando fosti pellegrino per tue sofferenze umane, tu scegliesti Ariano Irpino. Tu per noi sei “Sant’Oto” e invochiamo protezione  e a te facciamo voto quando andiamo in processione.

Ti chiediamo di salvare, come hai fatto in quel novembre, Ariano dalle ombre e dal tremante turbolente. Benedici il tuo ospedale insieme a tutto il personale afflitto dalla “Pandemia”, proteggi tutti e mandala via. Ci sia la tua indulgenza per coloro in emergenza e sia breve e lieve pena per chi oggi è in quarantena.

Siamo tutti a te devoti per i tanti che son guariti. Noi arianesi siamo fieri di onorarti in Cattedrale, dove tanti pellegrini vengono a te dalla “Carnale” e in preghiera a te chiediamo la protezione di tutto il popolo di Ariano Irpino.