“La teoria senza la pratica è vuota, la pratica senza la teoria è cieca”, ha scritto Kant. Solo integrandosi in un unicum formativo, disciplina e competenza possono davvero incidere sulla realtà. Partendo da questo principio noi studenti della classe III A del liceo di Pietradefusi, sezione associata del liceo “Colletta” di Avellino abbiamo da poco concluso (martedì 5 aprile) il percorso Pcto chiamato “Biblioteca in vita”. L’obiettivo è stato quello di creare un ponte tra la scuola e il mondo del lavoro, in cui il “sapere” e il “saper fare” si coniugano per dare a noi giovani la possibilità di riscontrare quanto appreso in classe attraverso un’esperienza concreta, in un contesto lavorativo, reale o simulato.
Il percorso è iniziato con alcune lezioni di teoria, durante le quali abbiamo appreso le radici di quella che è la vita da bibliotecario. L’ultima tappa del percorso si è tenuta presso il soggetto partner, la biblioteca comunale “Marciano de Leo” di Frigento. “Dopo alcuni anni di partenariato con la biblioteca statale di Montevergine”, spiega la docente ideatrice del progetto, prof.ssa Concetta Lombardi, “ci siamo trovati a cercare un nuovo partner sul territorio. Con grande fatica e dopo il rifiuto di altri Enti locali, abbiamo trovato disponibilità e grande collaborazione da parte della biblioteca comunale di Frigento, che ha sede presso la locale “Casa della Cultura”, che con entusiasmo ha raccolto la nostra sfida”.
Un progetto dal grande valore culturale, perché intende recuperare circa 5.000 volumi, un tempo patrimonio librario della scuola “D. Pascucci” di Pietradefusi e che oggi giacciono negli scantinati, avvolti dalla muffa. Il lavoro di recupero e catalogazione su Sbn (Sistema Bibliotecario Nazionale), è stato possibile grazie alla competenza e all’esperienza della bibliotecaria Stella Iasiello che, amareggiata chiosa: “Le biblioteche in quest’ultimo periodo sono diventate parcheggio per docenti inidonei. È urgente promuovere la lettura e istituire la figura del bibliotecario scolastico”.
La lezione e insieme l’appello che arriva da noi studenti e dai docenti del liceo di Pietradefusi è che questo patrimonio non può andare perduto; non solo per il bene della scuola, ma di tutta la comunità. L’obiettivo è quello di rendere la biblioteca non solo aperta a noi studenti, ma un centro di lettura presidio di cultura e di incontro per tutti gli abitanti del territorio.
Il modello cui aspirare è proprio quello della biblioteca di Frigento, gestita in maniera ottimale dalle professoresse Maria Pompea Testa e Paola Filippone. Oltre alla visita alla biblioteca, abbiamo avuto anche la possibilità di ammirare le ricchezze archeologiche e le bellezze paesaggistiche del territorio con una guida d’eccezione, il sindaco Carmine Ciullo. Un esempio virtuoso di sinergia tra istituzioni, scuola e territorio.