Gesualdo, lettera a un figlio di questa terra che non c'è più

Le parole di Alberto Buonopane in ricordo dell'imprenditore scomparso prematuramente

gesualdo lettera a un figlio di questa terra che non c e piu
Gesualdo.  

Riceviamo e pubblichiamo una lettera in memoria di Vincenzo Nitti, l'imprenditore stroncato da un malore.

Il primo tempo di Enzo.

Due giorni fa, nella chiesa parrocchiale di Gesualdo è stato dato l’ultimo saluto ad un giovane padre che troppo presto ha lasciato i suoi cari. Vincenzo Nitti, imprenditore nel settore alimentare, gestiva un pastificio con il fratello e i suoi genitori. Il suo addio è avvenuto in maniera tragica e improvvisa, un malore lo ha tolto agli affetti più cari e al suo amato paese. Il tutto purtroppo a pochi giorni di distanza da un altro improvviso e grave lutto, quello di un altro figlio di Gesualdo che per lavoro viveva lontano dalla sua terra.

L’esistenza di Enzo si è spenta come nel primo tempo di una partita, interrotta improvvisamente da un’alluvione inatteso e violento. Contrariamente al calcio, non ci sarà un secondo tempo e neppure i minuti di recupero. Una sola e possibile consolazione è che il suo secondo tempo lo vivrà in paradiso.

Enzo era brillante, intelligente, propositivo, lungimirante, vincente nelle iniziative a cui si dedicava e per la riuscita di esse ci metteva sempre la faccia. Attivo nel volontariato, socio Anpas, generoso e altruista nel sociale, presente nelle manifestazioni sportive, ludiche e culturali, membro attivo della Pro loco, ingegnoso e simpatico interprete delle opere teatrali che con i suoi amici della “Compagnia del materasso” si divertiva a mettere in scena.

Lo ricorderanno in tanti per la sua capacità di coinvolgere, trascinare, era un leader gioioso, che sapeva ascoltare e si faceva ascoltare. Ha giocato a calcio, ha vinto, ma soprattutto ha conosciuto e intessuto rapporti e profondi legami. Per gli amici più stretti era un confidente, ma era apprezzato ed elogiato da tanti, tantissimi, aveva un consiglio e tirava il meglio da ognuno, pur restando schietto e sincero.

Grazie ai figli, la moglie Maria e un caro amico, aveva ritrovato la via della fede, era presente in chiesa accanto al parroco, amico e confessore fra Enzo Gaudio. I progetti in seno alla parrocchia e le idee erano tante, in particolare la ripresa degli incontri dei “gruppi famiglia”, centri di discernimento cristiano e di condivisione.

Durante l’ultimo saluto in diversi hanno voluto ricordarlo con aneddoti o episodi partendo dagli amici di sempre, il sindaco, fino al “nuovo” amico fra Enzo, il quale provato e commosso ha descritto amorevolmente il profilo umano e quello del cristiano ritrovato.

Per chi oggi resta, c’è rammarico e sgomento, questo certamente è il tempo della sofferenza e della silenziosa presenza accanto ai suoi cari.

“In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”, (Gv.12,24). Una interpretazione alla lettera o addirittura errata della Parola, porterebbe far pensare che in terra c’è solo sofferenza e solo attraverso di essa si conquisti il “premio”, ma non è così! La chiave di questa Parola va ricercata nella vita, una vita vissuta come quella di Enzo con generosità, positività e sorriso.

La comunità di Gesualdo ha un figlio in meno, ma il desiderio di un paese coeso e non più schiavo delle fazioni politiche, può essere il suo testamento. Non si tratta di un rimpianto utopistico o fantasioso, ma della realizzazione di quegli ideali che in una grande o piccola comunità sono alla base del senso civico. Ai gesualdini ora tocca raccogliere questa eredità, facendo un passo indietro, una presa di coscienza che renderà tutti migliori. Buon secondo tempo Enzo.

Alberto Buonopane