Irpinia in lutto, è morto Giovanni Sarubbi

Il decesso al Moscati. Il cordoglio della Cgil

irpinia in lutto e morto giovanni sarubbi
Avellino.  

Irpinia in lutto per la morte di Giovanni Sarubbi, direttore de "Il Dialogo", con un passato da sindacalista alle spalle e convinto sostenitore delle ragioni del pacifismo e dell’interculturalismo religioso, portate avanti da militante nella sua vita da comunicatore e protagonista della vita associativa locale. Sarubbi è morto al Moscati, dove era stato ricoverato per una emergenza improvvisa. Aveva 69 anni. A darne notizia la Cgil di Avellino che lo ricorda come “un compagno storico e leale, dal profondo senso etico, quotidianamente esercitato. La sua storia politico sindacale viene dalle battaglie metalmeccaniche a Pomigliano ex Alenia e presso la struttura Cgil Camera del Lavoro di Pomigliano. Studioso, attento e sensibile, lettore della società e fervente pacifista comunista nell’accezione totalizzante del combattere le disuguaglianze e le ingiustizie sociali ed economiche. È andato prematuramente, all’improvviso, lasciandoci attoniti, lasciando la famiglia, e come in tanti altri casi, troppi, in questi lunghi mesi di pandemia non potremo stare vicini ed onorarlo adeguatamente. Tutta la Cgil si stringe alla famiglia che la terra gli sia lieve”.

Anche il presidente provinciale delle Acli Alfredo Cucciniello esprime il proprio cordoglio: “apprendiamo con stupore e dolore della scomparsa di Giovanni Sarubbi, giornalista, direttore ed editore de “Il dialogo” ed infaticabile animatore di tante iniziative sul tema del dialogo ecumenico ed interreligioso. Un punto di riferimento nazionale del dialogo cristiano-islamico col quale le Acli di Avellino hanno avuto modo di collaborare, l’ultima volta per un ciclo di incontri poi interrotti dalla pandemia nei primi mesi del 2020. Un uomo di cultura e di pace, Giovanni, che ci mancherà tanto; ci mancherà il suo entusiasmo e il suo rigore, così come la sua vis polemica e la capacità di denuncia. Ci eravamo visti in Piazza del Popolo, il 19 dicembre scorso, per chiedere lo stop alla vendita di armi italiane all’Egitto, la verità sulla tragica fine di Giulio Regeni e il rilascio di Patrick Zaki da parte delle autorità egiziane; ci eravamo anche ripromessi di riprendere il ciclo di incontri ma quelle intenzioni rimarranno tali”.