Irpinia. Medico stroncato dal Covid, addio al dottore Ferri

Originario di Calitri aveva 67 anni

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Calitri.  

È morto a 67 anni, stroncato dal Covid, il dottor Eduardo Ferri, originario di Calitri, in provincia di Avellino, che viveva a Genzano di Roma già da diversi anni. Era direttore del reparto psichiatrico del Nuovo Ospedale dei Castelli, dove è stato ricoverato una decina di giorni fa a causa del coronavirus. Le condizioni del medico si sono subito aggravate. Pochi giorni dopo il ricovero, per Ferri si è reso necessario il ricovero in terapia intensiva, dove è stato intubato. Ieri il cuore del 67enne si è fermato per sempre. «Ciao Eduardo. Tutta la comunità calitrana ti ringrazia per l’operato da medico e da politico», il messaggio su Facebook del sindaco di Calitri, Michele Di Maio. Ferri che lascia due figli e la moglie, era anche direttore del Dipartimento di Salute mentale e Dipendenze patologiche della Asl Roma 6. 

Il sindaco di Pomezia, Adriano Zuccalà, ha espresso il suo cordoglio con un post su Facebook, ricordando Ferri come "un uomo dedito al lavoro, sempre in prima linea per la cura e la tutela dei propri pazienti. Grazie alla sua sensibilità e perseveranza, in collaborazione con diverse realtà sociali, il Comune di Pomezia ed il Centro di Salute Mentale della ASL, hanno preso vita diversi progetti importanti di inclusione sociale".

Del dottor Ferri l'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, menziona  "il suo spirito di dedizione nei confronti dei malati e la costante attività nell'abbattere ogni stigma e barriera nei confronti del disagio mentale".

Tanti i ricordi commossi di amici e colleghi della sua cara Irpinia, come quello appassionato e ricco di emozioni di Tony Lucido che annota: 

"Eduardo Ferri, medico, specialista in neuropsichiatria, era pervaso da grande umanità, di passione civile e politica. Eduardo Ferri aveva un forte senso dell'ironia, come medico e specialista, ha lottato contro la segregazione dei malati psichiatrici.
Pur lontano, seguiva le vicende locali di Calitri e dell'Alta Irpinia. Di tanto in tanto era lui che chiamava me a telefono.
A volte per far seguire, persone in condizioni di disagio, non solo mentale, ma anche economico e sociale.
Io l'ho conosciuto da ragazzino, egli più o meno coetaneo di mio fratello Vincenzo, e dei miei amici Erio, Alfredo e Michele, come loro, viveva dalla metà degli anni '60 la esaltante stagione dell"impegno civile politico e religioso dei giovani nelle nostre Comunità. (...)
Eduardo, fonte inesauribile di sensibilità volle promuovere incontri e riflessioni a 50 anni del Concilio Vaticano.
Incontri itineranti, in Alta Irpinia, partecipazione a S.Messa, riflessioni. Mi volle coinvolgere nei fui felice. Voglio ricordarlo cosi. Protagonista del cambiamento, non per la ricerca del nuovo a qualunque costo ma per la riscoperta, se non un ritorno all'autenticità della fede e dei valori della testimonianza e della solidarietà, insomma impegnato nella riscoperta della centralità dell'uomo, il figlio di Dio! Riposa in pace, caro amico Eduardo".