A gioire è soprattutto la memoria storica del paese. Riaperta al culto, nel cuore della settimana santa, la storica chiesa del purgatorio a Savignano Irpino. Uno dei simboli più belli della Valle del Cervaro. Presente alla solenne celebrazione il Vescovo Sergio Melillo insieme al parroco don Marco Ulto e all’ex don Salvatore Olivieri, il sindaco Fabio Della Marra insieme all’amministrazione comunale, il tenente colonnello dei carabinieri Antonio Tarantino e il consigliere di maggioranza del comune di Modena Carmelo De Lillo, quest'ultimo attivamente impegnato per una piacevole coincidenza nella città emiliana nelle opere di restauro del Duomo.
Lavori finanziati in parte dall’8 x mille e portati a termini grazie all’impegno del Comune e alla generosità del popolo savignanese.
La chiesa del purgatorio - spiega in maniera come sempre puntuale don Luigi De Paola - è stata interessata da un intervento di consolidamento radicale volto innanzitutto ad indagare e risolvere il problema delle numerose crepe che, nel corso degli anni, avevano interessato la gran parte dell’aula liturgica estendendosi anche nei locali attigui e determinando la necessità di chiuderla. I lavori svolti hanno interessato il consolidamento delle parti murarie, soprattutto all’altezza degli archi delle cappelle laterali, e della zona absidale. Un altro intervento importante ha interessato la copertura dell’intera chiesa, ammalorata dal trascorrere del tempo. Il tetto è stato realizzato scegliendo i materiali più all’avanguardia, con particolare attenzione alla impermeabilizzazione e alla ventilazione dello stesso. Sono stati rimessi a norma gli impianti e si è cercato di curare in maniera particolare l’impianto di illuminazione con la consapevolezza che anche una buona e soprattutto giusta illuminazione contribuisce ad una preghiera più attenta.
Per quanto riguarda le scelte operate per gli interni la parrocchia è stata in continuo ascolto sia dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi sia dei competenti Uffici della Soprintendenza che hanno svolto l’alta sorveglianza sui lavori.
La scelta dei colori e l’eliminazione delle varie decorazioni che, nel corso degli anni erano state realizzate alterando l’armonia del manufatto, è stata fatta cercando di garantire all’ambiente sobrietà, eleganza e allo stesso tempo senso del sacro. Le varie tinte scelte si armonizzano tra loro e con il tutto facendo risaltare gli stucchi bianchi.
Per quanto riguarda il dipinto presente nell’abside c’è da dire che lo stesso, negli anni in cui la chiesa è stata chiusa aveva subito dei danni notevoli essendo stato realizzato non con la tecnica dell’affresco ma con la tempera, con una tecnica che più facilmente è soggetta all’usura del tempo. Al deterioramento hanno contribuito le abbondanti e quotidiane piogge della scorsa estate che non hanno permesso alcun intervento di restauro essendo ormai scomparso nella quasi totalità, se non per l’immagine della Vergine che rimane, incorniciata, a perpetuo ricordo di un’opera divenuta oramai non più recuperabile anche a giudizio di persone molto esperte. E c'è chi è giunto anche da Ravenna ed altre città per assistere a questo lieto evento.