Atripalda: la festa patronale passa al Comune, c’è chi dice no

Maurizio De Vinco non è d’accordo con don Enzo: Pesca è disponibile, perché non l'affidiamo a lui?

Atripalda.  

La decisione di don Enzo De Stefano, il parroco della chiesa di Sant’Ippolisto Martire, anticipata su queste colonne, di comunicare ufficialmente al sindaco Spagnuolo che dovrà essere il Comune ad occuparsi anche a settembre di quest’anno dei festeggiamenti patronali civili perché il comitato festa non si è più ricomposto non trova tutti d’accordo. Ad intervenire spontaneamente nel dibattito è Maurizio De Vinco (nella foto), già vicesindaco e assessore della giunta Laurenzano ma soprattutto membro del comitato festa San Sabino negli anni Novanta: «Per cinque anni ho fatto parte di quel gruppo che con tanti sacrifici - esordisce De Vinco - si preoccupava di raccogliere le offerte per allestire una festa degna della sua tradizione e, dunque, so di cosa parliamo».

E di cosa parliamo?

«Ho un grande rispetto per don Enzo, ma quando sostiene che dovrà essere il Comune ad occuparsi dei festeggiamenti civili in onore di San Sabino non mi trova d’accordo. La mia opinione è diversa dalla sua perché credo che non tutti siano in grado di svolgere il ruolo di coordinatore e, quindi, che non basta lanciare un appello a cui se nessuno risponde segue la rassegnazione. Il coordinatore va individuato fra coloro i quali per storia e per devozione hanno già dimostrato di essere all’altezza. E secondo me ci sono».

Chi potrebbe essere?

«Proprio Carmine Pesca, che voi avete più volte intervistato. A me risulta che sia disponibile e le sue qualità non sono in discussione. E’ un membro storico del comitato, ha lavorato fianco a fianco per tanti anni con il cav. Gennaro Marea e saprebbe senz’altro coordinare un comitato e organizzare una festa adeguata: perché don Enzo non lo coinvolge? Quale figura sta cercando allora? Insomma, perché non Pesca?».

Don Enzo sostiene che il periodo è difficile e che organizzare la festa patronale è una grossa responsabilità…

«E’ vero, ma è anche vero che se vogliamo che la festa continui ancora lungo non dobbiamo spezzare la tradizione. Solo chi ha una certa esperienza può essere in grado di superare un momento così difficile come quello che stiamo vivendo, solo chi ha le radici in questa città può capire come muoversi. Sapere che anche quest’anno sarà il Comune ad organizzare la festa patronale di settembre mi lascia perplesso così come tanti atripaldesi doc che per anni direttamente o indirettamente hanno contribuito a farla diventare una delle feste più importanti della regione».

Gianluca Roccasecca