L’amministrazione comunale di Sant’Angelo dei Lombardi diffida il Comune di Avellino per il mancato pagamento delle indennità dei canoni di locazione dello stabile dell’ex tribunale. La missiva è stata inoltrata da circa un mese, ma l’esecutivo di Governo del sindaco Foti avrebbe preso tempo per risolvere la questione. Il Comune di Avellino non ha al momento strutture idonee per ospitare il materiale custodito in Alta Irpinia. Lo stabile di Via Petrile infatti è ancora interamente occupato da faldoni, cartelle e dall’archivio; per non parlare dell’arredamento e degli scatoloni ammassati lungo i corridoi della struttura. L’Unep è ancora allocato al piano terra.
A distanza di più di un anno dalla chiusura del presidio giudiziario altirpino, l’accorpamento ad Avellino non risulta ancora completato, e l’amministrazione non riesce ad acquisire l’immobile nel patrimonio comunale per promuovere una nuova destinazione d’uso. Nella giornata di ieri intanto, il Comune di Sant’Angelo ha pubblicato un bando di gara per la locazione dell’immobile da adibire a scuola di formazione imprenditoriale internazionale e foresteria.
L’immobile risulta infatti nella proprietà del Comune e qualora la manifestazione d’interesse dovesse incontrare l’offerta di qualche imprenditore, non si esclude che si possa procedere all’esecuzione forzata dello sgombero dei locali.
In diverse occasioni l’amministrazione comunale guidata da Rosanna Repole ha sollecitato il Ministero della Giustizia per sollevare l’incombenza del canone di locazione, ma Roma è sempre stata chiara sulla questione: la responsabilità ricade esclusivamente sulla sede del tribunale accorpante. Avellino ha sempre dichiarato l’idoneità ad ospitare il presidio altirpino.
La condizione di criticità in cui versa l’Alta Irpinia intanto, si prepara ad esplodere. Già a settembre scorso, in occasione del triste episodio di vandalismo in cui fu allagato il secondo piano della struttura, il presidente del tribunale di Avellino garantì il raggiungimento di una risoluzione e la disponibilità nell’immediato di ammassare tutto il materiale presente nella struttura in una sola ala dello stabile, per restituire al comune almeno una parte dell’immobile. A distanza di mesi però, gli annunci sono stati disattesi.
Elisa Forte