"Prima di scrivere ho pensato alla gioia di quest'uomo e alle sue parole non dette. Il signore nella foto si chiama Liberatore Russolillo, originario di uno dei tanti borghi che caratterizzano la nostra bella Italia: Montecalvo Irpino in provincia di Avellino." La riflessione è del giornalista e blogger Michele Zizza.
"Sul suo volto, come notate, si possono leggere gli anni solcati dal sudore nei campi. Ai suoi tempi non vi era il concetto di scolarizzazione obbligatoria e le esigenze della vita erano legate alla sopravvivenza. Le attitudini sonore, all'epoca, identificavano nel signor Liberatore un uomo di cultura e di riferimento, poiché era indispensabile la sua bravura per allietare le feste, raccontare l'amore e riempire i vuoti della solitudine dopo una giornata di fatiche.
Lui e il suo organetto - uno strumento musicale che nel folklore popolare ha legato l'Italia dal Trentino alla Campania passando per la Romagna - sempre insieme. Finalmente poche sere fa, su RaiUno, durante la "Corrida di Conti", il Paese gli ha reso omaggio.
Certo a 92 anni è davvero difficile comprendere quello che sta accadendo e lui, per non essere frainteso, ha continuato nell'arte che meglio gli riesce: suonare e trasmettere allegria.
Non è passato molto tempo però che gli "analisti dei media", focalizzando l'attenzione sul format televisivo, hanno offeso il nonno che tutti vorremmo. Mi meraviglio che il Fatto Quotidiano, che tanto sottolinea l'importanza dei valori, conceda tali discriminazioni permettendo di scrivere "vecchietto analfebeta" a un uomo che avrebbe tanto da raccontarci e insegnarci.
Non allego il link del blog, non mi concentro sull'analisi dei sinonimi utilizzati, merita più attenzione il nonno irpino a cui dedico il mio elogio per la sua bravura. Lo ringrazio, gli trasmetto la mia stima nella speranza che qualcuno gli legga queste parole e, infine, gli sussurro questa frase: "La mia ignoranza, pur avendo grosse lacune, è enciclopedica - copre tutti i campi dello scibile umano".