Atripalda: lo stadio "Valleverde" riapre, ma è polemica

Il presidente dell’Abellinum Calcio è amareggiato: Ci hanno presi in giro per 14 mesi

Atripalda.  

Dopo venti mesi di chiusura al pubblico, lo stadio “Valleverde” tornerà ad ospitare gli spettatori, anche se molto pochi, a conti fatti poche decine per ogni gara. Ed, infatti, Alfredo Cucciniello (nella foto con i dirigenti Trasente e Festa), il presidente dell’Abellinum Calcio, società che, oltre ad utilizzare l’impianto per le gare interne nel campionato di Prima categoria, lo gestisce da alcuni mesi, non sta affatto facendo i salti di gioia, anzi. 

Proviamo a mettere ordine.

Ieri mattina, il vicecomandante della Polizia Municipale, il tenente Giannetta ed i geometri De Cicco e Berardino dell’Ufficio tecnico hanno effettuato un sopralluogo all’impianto per verificare se le prescrizioni imposte dalla Commissione comunale di vigilanza sui pubblici spettacoli nel febbraio dello scorso anno, necessarie ai fini della riapertura al pubblico, fossero state rispettate: la revisione degli impianti, la pulizia dei servizi igienici, l’eliminazione dalle rampe di accesso e dalle gradinate da arbusti e detriti, la segnaletica di sicurezza, la pulizia della strada esterna a servizio della tribuna scoperta e l’opportuna protezione per i posti riservati ai soggetti diversamente abili. Ed, in effetti, il sopralluogo ha dato esito favorevole. «Le prescrizioni imposte dalla Commissione - spiega il tenente Giannetta - sono state rispettate e, perciò, credo proprio che entro pochi giorni saranno rilasciate le necessarie licenze per consentire l’apertura dell’impianto al pubblico, nel limite delle cento unità complessive imposto dalla Commissione lo scorso anno».

Il punto chiave, infatti, sembra essere proprio questo: cento unità complessive. Che non significa cento spettatori. «E’ una presa in giro - afferma Alfredo Cucciniello - perché non è stata fatta alcuna distinzione fra atleti, addetti ai lavori e spettatori. Aprire l’impianto fino a cento unità complessive significa, in realtà, non aprirlo perché ogni squadra, mediamente, è composta da almeno venti persone, fra atleti e dirigenti. E poi bisogna aggiungere gli arbitri, i commissari federali, i custodi. In ogni gara, cioè, nell’impianto ci sono almeno cinquanta, sessanta persone fra atleti, dirigenti e addetti ai lavori. E quando giocano i bambini il numero sale perché le scuole calcio sono più numerose. E come si fa a dire ai genitori che li accompagnano: “Non potete entrare?”. Oppure: “Può entrare solo un genitore, l’altro deve aspettare fuori?”. Tutto ciò è assurdo. Ed è ancora più assurdo se si pensa che finora abbiamo speso 18mila euro per rimettere a posto l’impianto, che sono 14 mesi che andiamo avanti in questo modo, che sono già 12 le gare del campionato di quest’anno giocate a porte chiuse, che sfido chiunque ad indicarmi un impianto della provincia che rispetta alla lettera tutte le norme di sicurezza. Dopo tutto il tempo trascorso e tutti i sacrifici fatti ci saremmo aspettati che almeno fosse aperta al pubblico tutta la tribuna scoperta. Sinceramente sono stufo di questa situazione, ci stiamo giocando la salvezza, abbiamo bisogno del nostro campo e invece siamo punto e daccapo». 

Insomma, appare evidente che si tratti di una situazione assurda e complicata. E il tenente Giannetta non se lo nasconde: «Sono sinceramente dispiaciuto per la situazione che si sta creando - afferma il vicecomandante - anche perché comprendo in pieno l’amarezza dei dirigenti della società. Soprattutto rispetto alle difficoltà che si registrano con le scuole calcio. E’ davvero spiacevole che accada tutto questo. Noi, purtroppo, non possiamo fare di più, il nostro compito era solo quello di verificare l’ottemperanza alle prescrizioni imposte dalla Commissione che nel verbale steso il 4 febbraio dello scorso anno fissò il limite dell’eventuale riapertura a cento unità complessive. Tuttavia, una soluzione c’è: basterebbe chiedere la riconvocazione della Commissione e chiedere l’autorizzazione per una capienza maggiore, magari solo per sostituire unità con spettatori. Se la Commissione darà parere favorevole non credo che potranno esserci altre difficoltà». 

Gianluca Roccasecca