Atripalda, la Polizia è tornata ad ispezionare l’ufficio paghe

L’inchiesta sulla truffa va avanti. Intanto una dei dipendenti ha chiesto il reintegro al lavoro

Atripalda.  

La Procura non molla l’inchiesta sulle buste paga gonfiate. Questa mattina il capo della Squadra Mobile della Questura, il vice questore aggiunto, dr. Marcello Castello, accompagnato da un ispettore, è tornato al Comune per effettuare alcuni controlli. L’attenzione è stata riservata ad uno degli uffici ancora sotto sequestro, quello dove venivano preparate le buste paga. I poliziotti, infatti, hanno prima tolto i sigilli (nella foto di Antonio Cucciniello) e poi sono entrati per effettuare alcune misurazioni. 

Gli inquirenti starebbero vagliando l’esatta posizione delle scrivanie di due dei quattro dipendenti indagati, ma anche dei monitor, degli armadi e di tutto ciò che possa aiutarli a capire come entrambi svolgevano il proprio lavoro e se potevano svolgerlo in modo tale che l’uno non poteva accorgersi di ciò che faceva l’altro.

L’accertamento di questa mattina è la conferma che, a distanza di due mesi e mezzo dalla denuncia, l’inchiesta va avanti senza trascurare, evidentemente, alcun aspetto. Sviluppi importanti ancora non ve ne sono, ma gli inquirenti stanno verificando sia i tempi, le modalità e l’ammontare della truffa, sia il grado di complicità dei dipendenti indagati, due dei quali hanno già ammesso le proprie responsabilità con una deposizione spontanea presso i Carabinieri due giorni dopo la denuncia del sindaco e tre giorni prima del blitz della Polizia al Comune, un’altra dipendente sostiene che non avendo ruoli di responsabilità all’interno dell’ufficio di ragioneria del suo operato ne dovrà rispondere eventualmente qualcun altro mentre il quarto si professa estraneo ai fatti perché, coinvolto solo nell’ultimo anno e mezzo, non si era mai accorto che le sue spettanze mensili erano superiori a quelle che avrebbe dovuto percepire. 

Parallelamente all’inchiesta giudiziaria, però, corre quella amministrativa, nel senso che fra meno di una settimana il giudice del lavoro sarà chiamato a valutare il ricorso presentato dai tre dipendenti assistiti dall’avv. Alfonso Maria Chieffo contro il decreto di sospensione dal servizio firmato dal sindaco Spagnuolo. La quarta indagata, invece, che non ha ancora presentato ricorso, ha inviato, invece, un telegramma all’Ufficio Provvedimenti Disciplinari per segnalare che sta attraversando un periodo di grosso stress emotivo e per chiedere l’immediato reintegro in servizio. E la risposta non si farà attendere.

Redazione