Ad un anno dall’istituzione del centro Sprar per l’accoglienza ai rifugiati, il Comune di Sant’Angelo dei Lombardi, di concerto con l’associazione Irpinia 2000 e la Chiesa fanno il punto della situazione. Un convegno già preannunciato da diverse settimane, anticipato per le pressioni giunte da parte della minoranza consiliare guidata da Tonino Petito, firmatario di un manifesto che preannuncia non solo l’arrivo di nuovi ospiti, ma anche un ipotetico utilizzo da parte dell’amministrazione di utilizzare lo stabile dell’ex tribunale di Via Petrile per l’accoglienza. Tutte voci che i protagonisti del tavolo e i soggetti attuatori del progetto hanno smentito categoricamente, facendo chiarezza sul progetto e smantellando ogni alone di timori e preoccupazioni per la cittadinanza.
“Gli ospiti del centro Sprar sono miei amici personali” ha annunciato il sindaco Rosanna Repole, intervenuta a seguito del presidente dell’associazione Irpinia 2000 Giancarlo Cetta e della coordinatrice del centro santangiolese Antonella Antoniello. “Si questo tema ho iniziato a lavorare sette anni fa, con il primo progetto di accoglienza a Conza della Campania. Le nostre comunità sono state terre di emigrazione e oggi sarebbero potute diventare terre di accoglienza: in ogni caso per la realizzazione del progetto di accoglienza mi sono confrontata con l’amministrazione comunale e con Don Piero” ha spiegato alla platea del centro sociale “Don Bruno Mariani”.
Ad oggi il centro di Sant’Angelo ospita quaranta immigrati, con ulteriori dieci arrivi previsti da progetto. Da un rapporto redatto a seguito di verifica da parte del tutor regionale del servizio centrale per conto del Ministero, è stato rilevato che il centro di Sant’Angelo ha conquistato il primato per best practice e metodologia applicata tale da essere modello esportabile ad altre realtà similari.
“Oggi lavoriamo sull’integrazione e i numeri che ha illustrato Giancarlo Cetta sono quelli relativi alla nostra capacità di accoglienza: possiamo aiutarli a costruire un futuro, e saranno loro a capire se restare oppure cogliere opportunità altrove. Io continuerò a lavorare per offrire piccoli inserimenti lavorativi, e voglio specificare che questo nulla toglie alla comunità residente. L’obiettivo che ci poniamo guarda anche a favorire scambi culturali: da cristiani dobbiamo imparare anche a confrontarci con altre religioni. Evitiamo eccessi e lavoriamo per la tolleranza a tutti i livelli”. E infine chiosa: “Per la prima volta dopo anni di fango gettate suglie sprechi dell’Irpinia, la stampa nazionale cita le parole del filosofo Latouche, che ha dichiarato che l’Italia dovrebbe essere accogliente come la comunità di Sant’Angelo dei Lombardi”.
Elisa Forte