Baiano, cento figuranti per la Passione di Cristo

Una drammatizzazione di eccellente qualità recitativa

Baiano.  

Una drammatizzazione di eccellente qualità recitativa sulle scie delle migliori tradizioni dei “Compianti”, dei “Calvari”, delle “Vie crucis” e delle “Vie matris”, che costituiscono l’immenso e vasto patrimonio del teatro della divulgazione sacrale di matrice cristiana; rappresentazioni che si rinnovano nei cicli annuali dei riti che accompagnano la liturgia della Settimana di preparazione alla Santa Pasqua di resurrezione verso i valori del Bene. E' quella andata in scena a Baiano.

Ben strutturata nei dettagli, dall’ambientazione ai costumi d’epoca, per finire alla colonna sonora, che ha conferito senso di compiutezza alla trama del racconto, la drammatizzazione si è dipanata, sul far della sera, dal Sagrato della Chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano alla collina di Gesù e Maria, ammantata di verdeggianti uliveti. E sul Sagrato, con la caratteristica pavimentazione di bianca pietra vulcanica e con la facciata della Chiesa addobbata da drappi e manti di seta di color viola e giallo e da altri elementi,a far da fondale, erano ambientate le scene del Pretorio e della Casa di Erode con le danzatrici.

Punto di forza attrattiva della drammatizzazione, seguendo il racconto del Vangelo di Matteo e la storicità che lo connota, la celebrazione del Processo contro Gesù con l’incisiva narrazione ben impostata nella dizione degli interpreti-attori e che fa emergere la caratura degli interessi di potere dei sacerdoti del Sinedrio che montano le accuse e alimentano gli odi verso il Nazareno. E fa emergere il ruolo di Pilato, che esercita il potere della Roma di Tiberio nella Palestina, del tutto refrattaria alla romanizzazione; avversione, sorretta e nutrita dall’azione degli zeloti, tra i quali spicca proprio Stefano, il patrono venerato dalla comunità locale e primo martire della Cristianità, sottoposto all’atroce lapidazione eseguita dal popolo fomentato dal Sinedrio.

Altri elementi caratterizzanti della drammatizzazione, le scene della crocifissione, con la giostra delle luci delle torce e delle lampade che squarciavano l’ oscurità della sera inoltrata. Una valida iniziativa che si deve alla Pro Loco cittadina, con l ‘apporto di un centinaio di figuranti, guidati dalla regia di Salvatore Sgambati e testi adattati da Felice D’Anna, che ha dato volto, sembianze ed espressività a Gesù. La coordinazione dell’intera macchina organizzativa, è stata curata da Giusy De Laurentis.