Non può entrare in nessuna chiesa del suo paese

A Flumeri. Da tre anni don Peppino ha scelto di non parlare. "Trattato peggio di un criminale"

Flumeri.  

Da tre anni ha scelto la strada del silenzio, la sua vita è stata profondamente segnata ma l'amore verso Cristo e la sua gente è rimasto immutato.

Non può entrare in nessuna chiesa del paese, glielo impone un decreto dell’ex Vescovo della diocesi di Ariano Lacedonia, Giovanni D’Alise, per averlo “scavalcato” a livello gerarchico. “E’ stato trattato peggio di un criminale, di questo nessuno ne ha mai parlato, a Flumeri se c’è un uomo crocifisso ingiustamente oggi è l’ex parroco Don Peppino Diluiso.” A parlare sono familiari, amici e fedeli che da anni stanno soffrendo e assistendo impotenti al suo calvario. “Lo hanno ferito dentro, fino a farlo ammalare ancora di più”.

 

 Senza voler entrare in qualsiasi giudizio o vicenda personale, tra parroco vecchio e nuovo e tante altre situazioni che non ci riguardano, una cosa è certa, Don Peppino, come Don Carmelo ad Ariano, Don Vincenzo a Savignano, sono stati rottamati dalla chiesa e messi da parte come oggetti. Il sacerdote flumerese, fratello del compianto collega Giocondo Diluiso, si è visto costretto persino a festeggiare i sessant'anni della sua ordinazione sacerdotale, altrove, fuori dalle sue mura, nel Santuario di Carpignano.

 

Don Peppino, ha retto la sua parrocchia storicamente dal 1954 al 2011. Il 7 febbraio 2012 l’ex Vescovo della Diocesi di Ariano Irpino e Lacedonia, Giovanni D'Alise, attualmente pastore di  Caserta, firma contro il parroco un precetto penale che gli proibisce di celebrare messa in pubblico e di entrare nelle sei chiese del paese.

 

Sconcertante se si pensa solo per un istante al momento difficile che oggi vive la chiesa con la persecuzione dei cristiani. E questa cos’è? Ma soprattutto se davvero vi è stata una disobbedienza, ma il perdono della chiesa e di un Vescovo dov’è? Don Peppino Di Luiso lasciò la guida della parrocchia di Flumeri dopo più di mezzo secolo di evangelizzazione al fianco della sua gente ed in modo particolare dei più bisognosi. Un uomo al passo con i tempi, di grande cultura e viva intelligenza, che ha superato con umiltà ogni difficoltà operando con spirito di sacrificio da sempre al fianco degli ultimi.

 

Ottantacinque anni suonati oggi, cinquantasette al servizio di Cristo, fondatore di radio ufita e della confraternita tra le più importanti in italia. L’avvicendamento con il nuovo e attuale parroco Don Claudio Lettieri avvenne il 17 aprile 2015, nella domenica delle Palme, doveva essere un giorno di pace per Flumeri, ma non lo è mai stato e oggi il clima è tornato ad essere rovente in paese con due amare realtà, un sacerdote “carcerato” in casa che non può incontrare Cristo nelle chiese, cosa davvero assurda ed un altro, il nuovo accusato di aver stravolto le tradizioni religiose in paese.

 

Contro di lui 400 firme in una lettera, indirizzate alle autorità ecclesiastiche, Segreteria di Stato di Sua Santità Papa Francesco, Congregazione dei Vescovi e del Clero. Nel documento si parla di decisione e comportamenti che hanno disorientato e turbato la comunità.  L’appello è rivolto ora all’amministratore diocesano Monsignor Antonoio Blundo: "Ma si piò mettere ordine a Flumeri, prima che possa accadere anche qualcosa di serio e grave, visto il clima piuttosto incandescente che si registra negli ultimi tempi?"

 di Gianni Vigoroso