«C'entro per il Centro e il nuovo album», parlano i 99 Posse

Più di 20 anni da protagonisti, i 99 Posse sono la colonna sonora di un'epoca

Una lunga intervista che spazia dalla musica alle nuove generazioni, dall'impegno civile alla lotta per affermare le proprie passioni.

Avellino.  

«Tutte le associazioni che cercano di migliorare la vivibilità di una città, rispondendo alle esigenze a ai disagi reali della stessa, rappresentano le soluzioni maggiormente gestibili e praticabili a quella che stiamo definendo da tanti anni, troppo genericamente, la crisi. "C’entro per il Centro", durante il quale suoneremo domani sera, va proprio in questa direzione: un evento destinato a tutta la città, una manifestazione che appartiene ad un percorso più ampio, che si propone di rendere il Avellino una città più moderna, accessibile, al centro di nuovi flussi turistici». Esclama Luca Persico, in arte “ 'O Zulù”, voce dei 99 Posse, gruppo storico del panorama musicale campano. Luca, alla vigilia dell’evento che vedrà protagonisti i Posse nel concerto gratuito di domani sera, concede in esclusiva a noi di Ottopagine una lunga intervista che spazia dall’associazionismo al nuovo album della band, dall’evento di domani alle nuove generazioni.

Prima parlavi di associazionismo e della sua incidenza sul contesto sociale. Come i cittadini possono incidere concretamente sul contesto in cui vivono, senza ricorrere ai poteri forti come quelli della politica?

«Le difficoltà sono oggettive, stiamo assistendo ad un riassetto degli equilibri geopolitici del pianeta, un processo le cui ripercussioni si notano in ogni aspetto della nostra società, dal vissuto quotidiano ai disagi sociali in larga scala. In un contesto simile nessun progetto, canzone o opera artistica, per quanto validi, possono sperare di risolvere problematiche così radicali e strutturate di punto in bianco, ma di certo contribuiscono a innescare un processo che mira a un’inversione di tendenza. Le soluzioni estreme di chi cavalca il malcontento generale, penso agli slogan che invitano a cacciare via tutti gli immigrati o a bloccare le frontiere, sono inutili tranne per chi con quelle parole accresce la propria fama e il proprio consenso, speculando sui disagi del popolo. Altri sono i percorsi da seguire: percorsi come l’associazionismo positivo, l’aggregazione spontanea dei cittadini, ognuno in piccolo può fare la sua parte per migliorare la città in cui vive».

Torniamo all’evento di domani. Cosa si troverà di fronte chi verrà ad ascoltarvi?

«Lo spettacolo che porteremo ad Avellino non si limiterà ad un concerto secondo i canoni classici. Il “99Circus” è la sintesi di quello che abbiamo affermato fin dall’inizio della nostra attività: l’importanza di produrre musica indipendente e di rendere indipendenti anche tutti quei progetti collaterali che ruotano intorno all’attività musicale. Non volevamo essere schiavi dei così detti impresari della musica, personaggi alla Guardascione di TeleGaribaldi per intenderci, speculatori e spesso truffatori. Così è nato il nostro sistema autonomo di booking e management: se volevano la nostra musica dovevano trattare direttamente con noi e il nostro entourage. Non saremmo stati i burattini di nessuno. Nel tempo altri artisti si sono avvicinati al nostro progetto e sono nate collaborazioni davvero interessanti. Alcune di queste saranno presenti nell’esibizione di domani».

Parlaci del palinsesto nel dettaglio …

«Il JRM dj set , con Massimiliano Jovine in consolle, prepara l’atmosfera al mio dj set, che sarà composto da due momenti principali: una riproposizione di alcuni brani del nostro repertorio storico e una seconda porzione dominata da  atmosfere drum and bass molto ballabili ed orecchiabili. Sarò affiancato da Speaker Cenzou, ormai mia storica voce di appoggio, e volto rappresentativo del gruppo SangueMostro, che si esibirà durante l’evento di domani. Concluderanno l’esibizione gli Elem di Marco Messina accompagnato da Fabrizio Elvetico e Emanuele Errante, un viaggio fra elettronica e sperimentazione, reso ulteriormente suggestivo dai video fortemente evocativi di Loredana Antonelli e dalla location dell’evento, il centro storico di Avellino».

I 99 Posse incantano i palcoscenici campani e non solo da più di vent’anni riuscendo sempre a stupire anche chi pensava di conoscerli bene. Cosa avete in serbo per il futuro?

«Il nostro nuovo album parlerà in gran parte d’identità. Abbiamo sentito l’esigenza di andare in controtendenza in un periodo come questo dominato da urlatori, da chi offende meglio, da chi riesce a cavalcare abilmente la rabbia e il malcontento generale. Un periodo nel quale il concetto di consapevolezza è ridotto ai minimi termini, dove l’identità di classe è scomparsa, e tutta questa grande rabbia, questo malcontento, queste potenzialità rivoluzionarie, si stanno accartocciando su se stesse. Noi cerchiamo di dire la nostra, senza ergerci ad insegnanti o saggi, semplicemente mettendo a disposizione la nostra esperienza. Credo che tutti quelli con qualche anno in più abbiano il dovere di farlo per essere davvero d’aiuto ai più giovani e aiutarli a costruirsi un futuro diverso».

Avete in mente un titolo per il nuovo CD?

«Certo, ma dovresti pagare centinaia di migliaia di euro per averlo. No, scherzo, probabilmente si chiamerà "Il tempo, le parole, il suono”, come una traccia dell’album. Quando bisogna scegliere un titolo è sempre un casino, si rischia di sacrificare alcune tematiche del proprio lavoro a favore di altre. O, peggio, di risultare banali. Abbiamo scelto queste tre parole perché a nostro avviso evocano splendidamente tutte le sfumature che caratterizzano il CD. Speriamo piaccia».

Andrea Fantucchio