Dal 2018 l’autore e coreografo Daniele Natale di Ariano Irpino si interroga sull’efficacia del “danzatore contemporaneo” in scena, della sua danza, la sua arte, sul significato di “autentico”. Le ricerche performative di Marina Abramovic, le esperienze teatrali di Jorge Donn, le avanguardie storiche del teatro, sono state per l’autore da esempio e hanno sottolineato una mancanza di efficacia nel linguaggio odierno della danza contemporanea. È stata proprio questa mancanza a generare in Natale l’esigenza di trovare il proprio spazio e dare una nuova forma attraverso il linguaggio corporeo.
Tale esigenza si traduce nella volontà di ricercare un nuovo linguaggio che possa essere non solo fruibile per il pubblico ma anche pienamente comprensibile. Agli occhi dell’autore, nonostante il profondo rispetto che il pubblico manifesta nei confronti del danzatore al termine di una performance, ciò non sempre si affianca ad una reale comprensione del linguaggio della danza contemporanea. Questa impressione ha dato vita ai quesiti, che sono il motore della ricerca coreutica proposta da “L’inspiegabile Hassenso”. (Spettacolo che andrà in scena il 25 e 26 settembre al Teatro del Fuoco a Foggia)
È l’applauso de parte degli spettatori una mera cordialità per ripagare l’artista della sua esibizione?Oppure solamente per ripagare il biglietto acquistato?Cos’è diventato il “danzatore contemporaneo”? Quale potrebbe essere la forma coreutica efficace per re instaurare la connessione tra artista e spettatore?
Il titolo dell’opera “L’inspiegabile Hassenso” nasce dal voler portare alle estreme conseguenze l’assenso dello spettatore, che si basa sulla percezione di organicità (inizio, sviluppo, fine) di uno spettacolo. Ciò che è organico quindi “ha senso”, mentre a ciò che non corrisponde questa caratteristica non viene riconosciuto un reale senso e quindi un “assenso”del pubblico. Per questo l’intento è di porre lo spettatore davanti ad un sovvertimento della struttura, facendo scaturire l’inspiegabileassenso, dinnanzi ad un’opera non organica.
Collaboratori chiave dell’opera saranno i ballerini della compagnia “Il Balletto di Parma”. Quest’ultima nasce dal forte desiderio dei suoi fondatori, Lucia Giuffrida e Francecso Frola, di poter offrire ai giovani danzatori un ponte di accesso al mondo professionale. La missiona principale del Balletto di Parma è quella di prepaare i suoi talentuosi danzatori ad affrontare la carriera professionale nelle più prestigiose compagnie del mondo. La compagnia serve da tramite per trasformare i giovani studenti in danzatori professionisti di alto livello e versatilità.
L’organizzazione della manifestazione teatrale nasce in collaborazione con le idee di Pierpaolo Scida e Francesco Pio Natale. Partner fondamentali per l’avvio del progetto e la sua realizzazione.
Daniele Natale nasce il 18 novembre 2000 ad Ariano Irpino. Intraprende gli studi nella danza all’età di 10 anni nel suo paese natale, successivamente all’età di 15 anni si trasferisce a Parma dovesi forma pressol`Accademia Professione Danza diretta da Lucia Giuffrida e Francesco Frola. Nei vari anni di accademia ha studiato con diversi insegnanti come Vittorio Galloro, Arianne Lafita Gonzalvez, Adria Velazquez, Francesco Gammino, Juan Henrique Jimenez, Eleonora Lombardo, Peter Parker.
Nel 2017 partecipa al ConcursoJovenes Estudiantes, Havana, (Cuba), nel 2018 arriva alle finali dello Yagp a New York, nello stesso anno vince il primo posto alla competizione danzaSI a Roma e una menzione speciale al Festival di Spoleto con la coreografia di Francesco Gammino.
Dal 2019 al 2020 ha lavorato presso la Compagnia Corrado Abbati. (Die Fledermaus Johann Strauss e L’acqua Cheta Giuseppe Pietri). Ha interpretato diversi ruoli come tra cui, professore danza Parma Nutcracker (cosacco, danza spagnola, danza russa), professore danza Parma Swan Lake (principal Danza spagnola), professore danza Parma Coppelia (principal mazurka) Parma teatro regio Italy.