di Francesca D'Antuono (ex assessore amministrazione Franza con delega alla Cultura e al Patrimonio Storico e Archeologico)
Trovo francamente proditorio l’attacco rivolto all’amministrazione Franza, alla quale si vorrebbe strumentalmente attribuire, per mere logiche di campagna elettorale, il totale fallimento nel quale
versa la tutela del patrimonio storico e culturale della Città.
Al netto d’inutili arabeschi di parole, la sottoscritta, poiché mossa innanzitutto da un senso di appartenenza affettiva ai luoghi in questione, all’indomani della nomina di Assessore, con delega alla Cultura e al Patrimonio Storico e Archeologico, in un arco temporale che pare sia durato 15 anni, ma come ben sappiamo è stato pari ad un battito di ciglia, si è da subito prodigata nel prendere contatti con la Soprintendenza, interloquendo, più volte, in appuntamenti ravvicinati, sia con il Funzionario di zona sia con la Soprintendente, per attenzionare lo stato di abbandono nel quale versano, da anni, l’Antiquarium ed il sito di Aequum Tuticum.
L’argomento è diventato uno dei punti fondamentali dell’azione amministrativa Franza. Dagli incontri, in cui sono state proposte azioni sinergiche, tra Ente Comunale e Soprintendenza, emerse la volontà e l’impegno di intervenire rapidamente affinché il Museo riaprisse, con un nuovo allestimento, indispensabile per attualizzare scientificamente e didatticamente l’esposizione.
Sono stati, inoltre, presi contatti e previste collaborazioni con l’Università di Salerno, al fine di accelerare
i lavori, anche attraverso attività di archeologia sperimentale presso il Polo Didattico e Scientifico.
Tali premesse sono purtroppo rimaste tali per i fatti ben noti a tutti. Chi verrà dovrà seminare in un
solco già tracciato!
Quanto al sito di Aequum Tuticum, mi sia permesso chiedere: Chi lo ha lasciato languire? Chi, in tanti anni, ha scordato addirittura la strada per arrivarci? Chi non si è attivato per reperire i fondi affinché non restasse tra le sterpaglie e le lamiere contorte? Chi non ha avuto rispetto per il lavoro che ha riportato alla luce straordinari mosaici, le cui tessere stanno andando perdute, irrimediabilmente erose dal tempo e dall’incuria?
Abbiate pazienza, ma tutti gli urlatori dell’ultim’ora, che si riempiono la bocca con l’inesperienza altrui, dovrebbero quantomeno far differenza tra inesperienza amministrativa e non conoscenza del patrimonio.
Per concludere su tale punto, dai ripetuti confronti con la Soprintendenza, l’argomento “Aequum Tuticum” si è rivelato essere una spina nel fianco, poiché per ripristinare il sito e riprendere gli scavi, sarebbero necessarie ingenti risorse pubbliche, di cui, allo stato, nessuno degli enti preposti dispone. Quindi, evitiamole le campagne elettorali su ciò che non conosciamo! Aequum Tuticum non è tettoie da ripristinare, tabelle da rinnovare o sterpaglie da ripulire! Aequum Tuticum è molto di più: scavi da riprendere, fondi europei da reperire, perimetri da ridefinire, viabilità da ripristinare, studi da riprendere, sito da contestualizzare! Le nostre radici rivendicano serietà e determinazione nell’azione, non parole di circostanza in tempi di voto.