«Cultura e memoria ci salveranno dalle differenze»

Padre Cardin svela i segreti dei luoghi “necessari”

Mercogliano.  

«Quello che mi ha soprattutto interessato è come la storia della memoria riesca ad abbracciare la storia della cultura nel suo complesso. Le barriere tra le diverse discipline, tra scienze naturali e scienze umane, tra arte e letteratura, tra filosofia e religione, spariscono nella storia della memoria» così scrive Frances Yates, storica inglese nel suo “L’arte della memoria”, libro importantissimo per comprendere il significato e l’esistenza di quei luoghi così necessari che si chiamano “biblioteche” e “archivi”. E’ seguendo le tracce di questa studiosa che ci avviciniamo, nell’hinterland avellinese, alla cultura di Mercogliano dove ha sede la Biblioteca statale di Montevergine, ospitata all'interno del Palazzo abbaziale di Loreto di Mercogliano, gioiello dell'architettura barocca, meta continua di visitatori interessati non soltanto a consultare i suoi cataloghi ma a lasciarsi rapire dalla bellezza di questo luogo intriso di storia e natura. La Biblioteca è anche un attivo centro culturale in cui vengono organizzate mostre bibliografiche e documentarie, o convegni di diversa natura.«La Biblioteca di Montevergine è una delle undici biblioteche pubbliche statali annesse ai Monumenti nazionali e Dipende direttamente dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, senza nessuna falsa modestia la nostra biblioteca ne rappresenta il fiore all’occhiello poiché conserva e custodisce un patrimonio di estrema importanza sia a livello nazionale che internazionale», ci spiega il direttore padre Andrea Davide Cardin, 64 anni, arrivato in Irpinia nel 1990. Ed infatti, La Biblioteca di Montevergine rappresenta un punto di riferimento per tutti coloro che intendano approfondire argomenti di interesse religioso che siano studenti, ricercatori e studiosi «Basta pensare al nostro Archivio dove sono conservati documenti importanti per tutto il Sud del nostro paese: ben 7.000 pergamene, 23 codici miniati ed altrettanti incunaboli, 500 manoscritti e più di 1.300 cinquecentine, 1.300 buste d’archivio e 200.000 stampati.

Questa documentazione è la nostra storia, quella dell’origine e dello sviluppo di molti paesi della Campania, della Puglia e della Lucania, dei tanti signori e feudatari locali, dell’organizzazione ecclesiastica e dell’attività del clero, ma anche della popolazione». E non bisogna, poi, dimenticare i regesti tratti dai tredici volumi del Codice Diplomatico Verginiano, la cui trascrizione si deve a padre Placido Matrio Tropeano, direttore fino al 2008. Il rapporto con il territorio e con il comune di Mercogliano è «molto buono» secondo padre Cardin, soprattutto «nel coinvolgimento diretto del comune essendo il diretto riferimento territoriale. A dire il vero, fino a qualche anno fa, i rapporti non sono stati sempre ottimi. Ma con la nuova giunta c’è stato un cambiamento di percorso.

E’ stata mia premura avviare una relazione di sinergia con l’assessore Sbrescia e l’assessore Di Nardo, persone sensibili ai temi della cultura in termini di promozione e valorizzazione del territorio, parole spesso abusate e prive di contenuti reali. Adesso siamo più presenti tra gli eventi organizzati dal comune di Mercogliano» . Ma che cosa significa per padre Cardin, fare cultura ? «E’ una guerra continua poiché non si fa sistema, non si fa promozione e soprattutto non si fa condivisione. Pensi al Parco del Partenio, tutti i comuni membri avranno delle eccellenze? Che esse siano agroalimentari, enogastronomiche, artistiche, culturali: è necessario non ripiegarsi su se stessi ma condividere: un sistema che offra più proposte culturali ma diffuse seguendo una logica di solidarietà tra le piccole comunità. Solo in questo modo, non si fa morire il territorio». Questa la “lotta” che anima l’esercito silenzioso di bibliotecari che giorno dopo giorno affianca l’instancabile padre Cardin nel fare della biblioteca statale di Montevergine un prezioso teatro della memoria.