Eccola una delle due ultime asine della Valle del Cervaro, accudita gelosamente da compa Angiolino Gesualdi in un sottano di un’abitazione nel cuore di Panni, al confine tra Montaguto e Savignano. In paese è una sorta di celebrità, come lo è stata fino ad un anno fa Ginetta, l’asina, arrivata da Deliceto, per far felice Costanza Del Vicario e il marito Costanzo Calitri, in via Luigi Stabile venuta poi purtroppo a mancare. Dopo l’addio all’ultima Mula, che nel tempo, prima di arrendersi per sempre, aveva rappresentato la tradizione e la forza rurale del piccolo comune, l’anziana donna, pur di far rivivere, la sua inseparabile compagna di viaggio, alla quale era molto legata, non si era persa d’animo. Aveva subito acquistato un’asinella per recarsi quotidianamente in campagna, lungo quella strada che porta al Santuario della Madonna del Bosco. A rendere possibile tutto questo in poco tempo, ci aveva pensato Tonino Mauriello, uomo simbolo della zampogna nella daunia. La Regione Puglia da anni è impegnata attivamente, nel dare un valido contributo alla soluzione dei problemi che affliggono questo pregevole animale, spinto irrimediabilmente all’estinzione sia a causa di fattori naturali e sociali, ma anche, come ebbe a dire l’ex assessore Mario De Cristofaro, anni fa, dalle beghe tra gli uomini, che si ritiene, siano ancor più dannose delle prime. Da sempre vengono definiti umili lavoratori, ma il vero problema è che sono stati letteralmente trascurati e dimenticati negli anni. Il 2005, dieci anni fa, è stato il periodo di massima estinzione. Vennero studiati in Italia anche undici marcatori di Dna dell’asino romagnolo e dopo un iter severo la Commissione ministeriale dell’agricoltura ne riconobbe ufficialmente la razza. Ci sono gli asini dell’Amiata, quello bianco, quello di Pantelleria, il ragusano, il sardo il grigio siciliano e quello di Martina Franca e delle Murge. Tra le razze più rare quella di Pantelleria, dell’Asinara e del Romagnolo.
Gianni Vigoroso