di elelti
Il nome è già tutto un programma. «Club Privèe Libidos». Sesso e prostituzione, sadomaso e scambi di coppia. Soprattutto nel fine settimana. A Monteforte Irpino. Un giro d'affari notevole. E per i carabinieri della comando provinciale di Avellino del tutto illecito. La scorsa notte il blitz e gli arresti. Il giudice per le indagini preliminari di Avellino ha accolto le richieste della procura e firmato cinque misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati, tra i 57 e i 27 anni. Per tutti l'ipotesi di reato è quella di associazione finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Altre sette persone sono state iscritte nel registro degli indagati.
Il Libidos era all'interno di un edificio di due piani. Discoteca, bar e camera private. E proprio lì, nelle camera private – secondo gli investigatori – quel club diventava invece una casa a luci rosse. Molte le ragazze, naturalmente. E tra loro anche le mogli di alcuni indagati, che sono anche piccole star delle chat ad alto contenuto erotico. Avevano pure il compito di reclutare clienti. Nel gruppo anche un trans. E sesso per tutti i gusti. Anche sadomaso. I carabinieri hanno infatti trovato un dungeon perfettamente attrezzato: catene, corde, strumenti di tortura sessuale, una infinita e fantasiosa oggettistica.
Pienone assicurato. Soprattutto nel fine settimana. Quando al Libidos arrivavano decine e decine di clienti. Da tutta la Campania. Amanti di pratiche estreme, ma non solo.
All'ingresso c'era anche chi distribuiva preservativi. Una conferma – per gli inquirenti – che lì si praticava sesso a pagamento.
Lo avrebbero confermato anche alcune ragazze. Le prostitute non guadagnavano molto. A volte, il proprietario del club, un 57enne di Formia, non le pagava affatto. Anche dopo una notte di lavoro intenso. I soldi voleva consegnarli lui. Una distribuzione molto personale. Approfittava dello stato di necessità delle giovani per pagare come e quanto voleva. Senza nessun motivo preciso.
Le altre persone finite nell'inchiesta sono di Montemiletto, Monteforte Irpino, Atripalda e Sant'Anastasia. Tutti avevano un compito preciso nell'organizzazione. Chi procacciava le ragazze (molte italiani, ma anche ragazze dell'Est e donne sudamericane) e i clienti, chi si occupava della gestione del bar e della discoteca e infine chi aveva l'incarico della pulizia e del riassetto delle camere da letto. Tutto, sempre, coordinato dal 57enne. Per gli inquirenti il vero deus ex machina del Libidos.
Al termine delle operazioni il promotore del gruppo è stato ristretto agli arresti domiciliari. Agli altri quattro è stato imposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Nel corso delle indagini i militari hanno raccolto le testimonianze di molti clienti del club. Che hanno confermato l'ipotesi della prostituzione. Gli altri elementi sono stati allegati al fascicolo grazie a una intensa attività di intercettazioni ambientali e telefoniche che hanno fornito il quadro completo delle attività del Libidos e i compiti dei diversi indagati.