Due malviventi, venerdì sera, intorno alle 20 - 20.15, hanno fatto irruzione, pistola in pugno e volto coperto, nel tabacchi di Casola, piccola frazione del Comune di Domicella. Avevano intenzione di rapinare l'esercizio ma non avevano fatto i conti con il suo titolare, Sabatino Rega, agente del Commissariato di Polizia di Lauro che ha reagito, mettendo in fuga i ladri. A quell'ora nel tabacchi, di proprietà del figlio del poliziotto, c’era lui, Sabatino, che da poco aveva smontato dal servizio. Il ragazzo, approfittando della presenza del padre, era sceso nello scantinato per caricare della merce in negozio. Tutto è avvenuto in una manciata di minuti. Attimi che nel racconto di Sabatino sembrano un’eternità. «Come ogni sera, trascorrevo gli ultimi istanti prima della chiusura sfogliando i giornali. All’improvviso vedo entrare due uomini. Sono stati rapidissimi, pareva che avessero delle molle ai piedi. Il primo si è diretto subito verso la cassa. L’altro mi è venuto incontro puntandomi la pistola e, gridando, mi ha intimato di non muovermi. Erano italiani, parlavano in dialetto. Sulle prime ho pensato ad uno scherzo, alla bravata di qualche amico. Un’impressione dovuta anche alla maschera di plastica bianca, aderente, che indossava sul volto l’uomo che mi puntava l’arma.
Dopo qualche secondo, però, ho capito che la rapina era vera». E’ a quel punto che scatta la reazione dell’agente, che fortunatamente non si è trasformata in tragedia. «Mi sono qualificato. Ho detto loro che ero un poliziotto», racconta Sabatino. Il malvivente, anziché desistere dall’intento e scappar via, si è scagliato invece contro l’agente cercando di afferrare la pistola d’ordinanza, ancora custodita nella fondina. L’altro rapinatore ha immediatamente caricato la pistola.
Ne è nata una violenta colluttazione. «Ricordo solo che siamo finiti a terra e che ho tentato di difendere in tutti i modi la mia pistola d’ordinanza», spiega Rega. Mentre i due se le davano di santa ragione, il secondo rapinatore è scappato fuori dal tabacchi con la refurtiva. Il poliziotto, intanto, riesce a disarmare il malvivente, malgrado venga più volte colpito alla testa. L’arma cade a terra. Nella colluttazione parte anche uno sparo che centra la vetrina del negozio. Disarmato, il ladro scappa all'esterno dove ad attenderlo, a bordo di una Fiat Punto, un vecchio modello di colore bianco, c'erano gli altri complici.
Tre uomini in tutto, compreso il rapinatore che era entrato con lui nel tabacchi. Mentre l’auto sfreccia via veloce, Rega spara in aria alcuni colpi a scopo intimidatorio. Immediatamente scatta l'allarme. E’ lo stesso Rega a telefonare in Commissariato. Dopo pochi minuti a Casola giungono le volanti da Lauro. I colleghi del poliziotto si mettono sulle tracce dei rapinatori.
La loro autovettura verrà ritrovata, poco dopo, nelle campagne del vicino hinterland nolano, in una strada sterrata al confine tra i comuni di Liveri e Pozzoromolo. Al suo interno c’è ancora la refurtiva, 160 euro circa tra monete e banconote. Dai controlli l'auto risulterà rubata ad Ottaviano. Nel frattempo, il coraggioso Sabatino viene trasportato al pronto soccorso dell'Ospedale Civile di Nola per le cure del caso. Oltre al coraggio, Rega dimostra di avere pure la pellaccia dura. Se la caverà con pochi giorni di prognosi e qualche punto di sutura. Andranno via, certo, ma resterà comunque il ricordo della brutta storia. «E’ assurdo, non si può rischiare la vita per qualche spicciolo. Ai miei figli consiglio sempre di non reagire in caso di rapina. Ma, purtroppo, non ho saputo seguire il mio stesso consiglio. Sono un poliziotto e non ho sopportato l’idea di vedermi una pistola puntata in faccia nonostante mi fossi qualificato», conclude Rega al quale auguriamo di rimettersi presto in sesto poiché il Vallo ha bisogno di un agente coraggioso come lui.
Rocco Fatibene