Atripalda, blitz nella casa a luci rosse: 4 denunce

Durante il blitz trovato un ciclista che si era fermato per una piacevole pausa

I Carabinieri sono entrati con uno stratagemma all’interno dell’immobile, vi hanno riscontrato la effettiva presenza di due donne, una brasiliana 25enne ed una dominicana 27enne, una delle quali era intenta ad intrattenersi con un “ciclista”

Atripalda.  

I Carabinieri della Stazione di Atripalda hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino diretta dal Procuratore Dr. Rosario Cantelmo, quattro persone in quanto ritenute responsabili di aver avviato una casa di prostituzione.

L’intervento degli uomini dell’Arma è scattato a seguito di una meticolosa e laboriosa attività informativa, giunta a corollario del capillare controllo del territorio che i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Avellino svolgono nel loro quotidiano impegno a garantire sicurezza e rispetto della legalità.

Da alcuni giorni infatti i militari avevano intuito che all’interno di una struttura recettiva potesse celarsi qualche segreto potenzialmente sospetto. Di lì la decisione di porre sotto osservazione lo stabile e notare quell’insolito e continuo via vai di uomini soli che generalmente caratterizza e contraddistingue obiettivi operativi di siffatta natura. Nello sviluppo delle indagini i militari hanno proceduto all’identificazione di alcuni avventori che, discretamente avvicinati, non hanno potuto che confermare la natura illecita delle prestazioni che vi si praticavano. 

Quando, decisi ad intervenire, i Carabinieri sono entrati con uno stratagemma all’interno dell’immobile, vi hanno riscontrato la effettiva presenza di due donne, una brasiliana 25enne ed una dominicana 27enne, una delle quali era intenta ad intrattenersi con un “ciclista” che, proveniente da fuori provincia, aveva approfittato per effettuare una pausa nell’allenamento con l’idea di trascorrere momenti di piacevole trasgressione. I successivi accertamenti investigativi scaturiti dalle evidenze raccolte, hanno consentito ai militari di far altresì emergere responsabilità anche a carico di due cittadini italiani i quali, seppur a conoscenza dell’attività svolta dalle donne, tolleravano l’illecito utilizzo dell’alloggio praticato da queste.