Dacca, don Luca benedice le bare. Baci e lacrime per Simona

A Ciampino il parroco di S.a Lucia di Serino ha baciato e pianto sulla bara di sua sorella Simona

Santa Lucia di Serino.  

Dolore e lacrime all'aeroporto di Ciampino, dove alle 19.00 in punto è arrivato il C130 con a bordo le salme delle nove vittime italiane uccise in Bangladesh.

Ad attendere i feretri in pista c'erano il capo dello Stato, il ministro Gentiloni, i sindaci e ovviamente i familiari.

In prima fila sulla pista di Ciampino, insieme al cappellano militare, c’era anche Don Luca Monti, parroco di Santa Lucia di Serino e fratello di Simona, reatina rimasta vittima assieme ad altri otto italiani degli attentati in Bangladesh. Don Luca ha benedetto le salme a Ciampino insieme al cappellano militare. Grande commozione per Don Luca, che ha abbracciato il feretro, avvolto nel tricolore. C’erano anche i genitori di Simona, trucidata incinta, e il sindaco di Magliano Sabina Alfredo Graziani.

I familiari delle nove vittime italiane della strage di Dacca erano tutti schierati sul piazzale dell'aeroporto di Ciampino in attesa di accogliere le bare dei loro cari. Molti di loro stringevano tra le mani le foto dei loro congiunti. 

Don Luca Monti ha prima toccato, poi baciato piangendo la bara di sua sorella Simona e ha voluto essere lui a dare la benedizione al feretro. Don Luca ha partecipato, con il cappellano militare e un altro sacerdote alla benedizione dei 9 feretri, appena sbarcati dall'aereo che li ha riportati in Italia.  E poi ancora, tra i familiari, una bimba con il suo vestito a fiori e un nastro tra i capelli ferma in attesa delle bare e Giovanni Boschetti, che è riuscito a salvarsi mentre sua moglie veniva massacrata e una giovane donna, con in mano una cornice con la foto di Cristian Rossi, il manager di 47 anni che aveva due gemelline di tre anni. I corpi di Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D'Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D'Allestro, Maria Rivoli, Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti sono partiti in mattinata dal Bangladesh a bordo del Boeing 767 del XIV Stormo, mentre Mattarella era in volo verso Roma, dopo aver interrotto la sua visita in Messico.

Arrivato a Ciampino, il presidente ha incontrato i familiari in forma privata, si è intrattenuto con loro, in una saletta riservata del 31/mo Stormo, nella zona militare dell'aeroporto di Ciampino. Poi l'arrivo delle salme, con le bare avvolte nel tricolore, che subito dopo sono state trasportate al Gemelli, dove, dopo il riconoscimento da parte dei familiari, inizieranno gli esami di rito: la tac e poi domani l'autopsia. L'Italia vuole infatti prendere parte attiva all'indagine. Mentre dal Bangladesh arrivano le notizie di nuovi arresti, la procura di Roma sta preparando una richiesta, tramite rogatoria internazionale, alle autorità bengalesi per avere copia degli atti dell'inchiesta sull'attacco. E il pm Francesco Scavo, titolare degli accertamenti, potrebbe chiedere di interrogare l'unico superstite del commando arrestato. Il viaggio dei nove italiani uccisi dalla follia jihadista si concluderà nel paese di origine di ciascuno di loro, con i funerali in forma privata. I cadaveri sono stati portati nell'istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli. Domani sono in programma le autopsie da parte dell'equipe di medici legali capeggiati da Vincenzo Pascali e Antonio Oliva.

Sono arrivate questa mattina a Tokyo le salme dei sette giapponesi rimasti uccisi venerdì sera nell'attacco a Dacca contro l'Holey Artisan Bakery, costato la vita anche a nove italiani. A riportare in patria i corpi delle sette vittime un aereo del governo, a bordo del quale viaggiavano anche i parenti.

Simonetta Ieppariello