Grazie a degli incavi lungo le mura perimetrali dei cortili delle proprie aziende, avevano costruito uno scolo per le acque reflue derivanti dal lavaggio degli automezzi, soprattutto betoniere. Veri e propri canali artificiali che finivano direttamente nel vicino regio lagno all’interno del quale erano così smaltiti i residui di cemento ed altre sostanze inquinanti, facendole defluire atraverso fossati ricavati nei terreni circostanti. E’ per tale ragione che i titolari di alcune ditte edili di Quindici sono finiti nei guai. I carabinieri della locale stazione, agli ordini del maresciallo Giovanni Pagano, nell’ambito di uno specifico servizio finalizzato al contrasto dei reati in materia ambientale, sono intervenuti per bloccare l’illecito smaltimento ed evitare così ulteriori danni all’ambiente di Quindici e Moschiano. I militari, infatti, hanno proceduto al controllo di alcune ditte operanti nel settore dell’edilizia, nonché ad accertamenti riguardo ai trasporti dei rifiuti su strada, deferendo in stato di libertà ben quattro soggetti e sequestrando un cospicuo quantitativo di materiale ferroso inquinante.
L’acqua, in buona sostanza, portava via le sostanze chimiche, che non possono tra l’altro essere immesse in natura senza autorizzazione e soprattutto propedeutico trattamento. E non era nemmeno irrigimentata nel sistema fognario, finendo direttamente nei “fiumiciattoli” circostanti. Un artigianale condotto di smaltimento dunque, realizzato senza alcuna autorizzazione nè precauzione prevista dalla legge.
Si tratta di un’operazione in corso già da tempo. I carabinieri stavano attenzionando le ditte edili. In questi mesi sono stati raccolti numerosi elementi e l’attività in questione è stata supportata da consulenti specializzati nel settore. Per i titolari delle aziende edili coinvolte nell’operazione non è scattata però la sospensione delle attività poiché gli stessi avevano già ripristinato lo stato dei luoghi prima di ricevere le prescrizioni dagli uffici competenti. Inoltre, è stato riscontrato che un’impresa edile in particolare produceva emissioni in atmosfera derivanti dal proprio ciclo produttivo, senza darne avviso alle autorità competenti per le necessarie verifiche ed autorizzazioni finalizzate alla valutazione dell' impatto ambientale. I responsabili dell’attività imprenditoriale in questione sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria.
Nell’ambito del medesimo servizio venivano fermati su strada due cittadini romeni, pregiudicati, rispettivamente di 29 e 33 anni, originari dell’hinterland napoletano. Stavano trasportando con un automezzo, senza alcuna autorizzazione ed in maniera totalmente insicura ai fini della circolazione stradale, più di 200 kg di materiale ferroso. Non solo, il conducente del mezzo era privo della patente di guida non avendola mai conseguita. Entrambi i soggetti sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria ed i rifiuti, compreso il veicolo per il trasporto, sono stati sequestrati. I due cittadini rumeni, che non hanno saputo dare spiegazione circa la loro presenza a Quindici, venivano proposti per il foglio di via obbligatorio dal comune del Vallo di Lauro.
di Rocco Fatibene