Frigento. Il dolore della contrada: «Tragedia annunciata»

La casa dell'orrore è sotto sequestro e la gente intenta a raccogliere olive nella vallata

Michele Famiglietti e Maria Covino erano due persone dedite al lavoro, che seppur coscienti di avere un figlio con problemi noti a tutti, non avrebbero mai immaginato un epilogo così atroce

Frigento.  

 

“Prima o poi qualcosa di grave sarebbe accaduto in quella casa”. Lo ripetono in tanti a Frigento e nella vicina comunità di Sturno. E’ domenica, il giorno dopo la strage, in quel fazzoletto di terra il dolore è palpabile tra chi a fatica riesce a muovere qualche passo in contrada Amendola. E’ mezzogiorno quando a distanza  si sentono i rintocchi delle campane confusi tra i sonori della natura, ma qui oggi non è un giorno di festa. Si odono voci intorno alla casa sequestrata dai carabinieri, nella vallata baciata dal sole ma piena di un dolore cupo che da ieri ha gettato tutti nell’angoscia. La gente è a lavoro per la raccolta delle olive, è ciò che avrebbero fatto anche Michele e Maria quest’oggi. Un gatto piange da giorni accanto alla casa dell’orrore, mentre a poca distanza un cane nero sembra essere anche lui scosso e frastornato dopo l’accaduto. Incontriamo due podisti verso la zona industriale: “Come sia potuta accadere una cosa simile, passiamo spesso da queste parti per la consueta corsetta giornaliera, oggi l’aria è decisamente tristissima, è una fitta al cuore, non ci sono altre parole.” Michele Famiglietti e Maria Covino erano due persone dedite al lavoro, che seppur coscienti di avere un figlio con problemi psichici noti a tutti, non avrebbero mai immaginato un epilogo così atroce proprio contro di loro.

Gianni Vigoroso