La salma di un uomo dimenticata da cinque mesi in obitorio

Quando la morte, deve fare i conti anche con una burocrazia irrispettosa e latitante

Correva il cinque maggio scorso, quando, il cadavere di Michele D’Apice, 82 anni, veniva ritrovato in avanzato stato di decomposizione in contrada Orsillo, al di sotto di una pineta, tra il cimitero e il convento Sant'Antonio a Montecalvo Irpino.

Montecalvo Irpino.  

 

Salma bloccata dalla burocrazia e dall’indifferenza delle istituzioni in una cella frigorifera nell’obitorio dell’ospedale Frangipane di Ariano Irpino. Una vicenda paradossale, assurda e vergognosa. E’ l’odissea di una famiglia che non riesce da oltre cinque mesi a celebrare un funerale e a seppellire degnamente un proprio congiunto. Correva il cinque maggio scorso, quando, il cadavere di Michele D’Apice, 82 anni, veniva ritrovato in avanzato stato di decomposizione in contrada Orsillo, al di sotto di una pineta, tra il cimitero e il convento Sant'Antonio, in una zona impervia e isolata di Montecalvo Irpino. A distanza di oltre cinque mesi, la salma di quest’uomo è ancora abbandonata in obitorio, tra il disinteresse più totale. Manca il riscontro del dna da parte dei Ris, eppure quel cadavere ha un nome e cognome, l'82 anni, sposato e padre di cinque figli di cui uno deceduto, persona molto schiva e riservata, era stato trovato in fondo ad un orticello, in un deposito di attrezzi agricoli. La sua silenziosa assenza, era passata inosservata a tutti. A stroncarlo sarebbe stato un malore, che non gli avrebbe dato scampo. Ma la morte di quest’uomo oggi deve fare i conti anche con una burocrazia irrispettosa, latitante e vergognosa. E non è l’unico caso di mancata e degna sepoltura, per la magistratura la salma di quest’uomo, può attendere, in una cella frigorifera.

Gianni Vigoroso