di Paola Iandolo
La Guardia di Finanza di Venezia, in sinergia con il Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, lo SCICO e il Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche, ha portato alla luce una truffa di proporzioni colossali ai danni dell’Unione Europea e dello Stato Italiano. Coordinata dalla Procuratrice Europea Delegata Donata Patricia Costa, l’inchiesta è sfociata nella notifica di 26 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, anche per 4 avellinesi.
Le accuse
Ai 26 indagati viene contestata una presunta associazione a delinquere dedita alla sistematica falsificazione di documenti e bilanci, finalizzata all’ottenimento indebito di finanziamenti agevolati e a fondo perduto erogati da SIMEST nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nonché alla creazione artificiosa di crediti fiscali legati a lavori edili. Il danno economico stimato è di almeno 600 milioni di euro.
I quattro avellinesi sono:
M. D.S.,coinvolto già in altre inchieste giudiziarie quali quella che ha travolto il Trapani Calcio e su una truffa dei bonus edilizi. È assistito dall’avvocato Gerardo Perillo
O. V. difeso dall’avvocato Gerardo Santamaria
S. D. P rappresentato dagli avvocati Alfonso Laudonia e Rocco Urcioli
L. B. difeso dall’avvocato Ettore Freda
Il sistema fraudolento posto in essere
Dall’esame documentale e bancario è emerso un quadro organico e dettagliato della presunta organizzazione criminale: ruoli distinti, gerarchie definite, e una sofisticata gestione delle pratiche di accesso ai finanziamenti e dei meccanismi di riciclaggio. Indagati anche professionisti, fiscalisti e tecnici esperti.