di Paola Iandolo
Un’ interrogazione al Ministro Nordio per conoscere: “quali siano le ragioni della temuta chiusura dell’Icam, di Lauro e quali azioni siano possibili per evitare la chiusura dell’istituto”. Quella presentata al Guardasigilli dal gruppo del Movimento Cinque Stelle, come era stato già annunciato dal parlamentare irpino Michele Gubitosa, intervenuto sulla chiusura dell’istituto per detenute madri di Lauro e dalla deputata Ida Sportiello. In premessa la ricostruzione della vicenda, così come emersa dalle cronache di questi ultimi giorni: “l’istituto a custodia attenuata per madri- scrivono i parlamentari M5s- unico nel Sud Italia, situato a Lauro (AV), è prossimo alla chiusura; i garanti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Campania hanno avuto un incontro con la provveditrice dell’amministrazione penitenziaria campana anche riguardo alla chiusura dell’Icam di Lauro; il garante campano Ciambriello ha riportato i contenuti dell’incontro: «durante la riunione abbiamo evidenziato come la scelta di chiudere l’Icam di Lauro, l’unico istituto a custodia attenuata per madri detenute del Mezzogiorno aperto nel 2016 che aveva ricevuto anche rilevanti finanziamenti per ristrutturare quello che in precedenza era l’Icatt (Istituto a custodia attenuta per il trattamento delle tossicodipendenze) appare assolutamente dannosa».
Ad oggi i motivi della chiusura dell’Icam non sono ancora noti: “secondo alcune indiscrezioni riportate dagli organi di informazione, la chiusura sarebbe da collegare all’intenzione di potenziare il personale del carcere di Bellizzi Irpino; la temuta conseguenza di questa chiusura è il trasferimento negli istituti di Milano e Venezia con la conseguenza del mancato rispetto del principio della territorialità della pena, del diritto al reinserimento nel territorio e alla conservazione delle relazioni dirette con i propri familiari e, per i bambini presenti nell’istituto, di interrompere il percorso scolastico; gli Istituti a custodia attenuata per madri (Icam) sono strutture pensate per accogliere donne incinte o con figli sotto i sei anni e sono progettati per offrire un ambiente il più confortevole possibile; attualmente, in Italia, sono operativi quattro Icam: l’Icam di Lauro (Avellino), il più grande e capiente, funziona come struttura autonoma pur essendo formalmente una sezione distaccata della Casa Circondariale di Avellino, con cui condivide la direzione e al momento ospita 3 bambini.
L’Icam di Milano, che accoglie 6 bambini, è situato in un edificio separato, lontano dal centro città, ma rimane sotto l’amministrazione della Casa circondariale di San Vittore. L’Icam di Torino si trova all’interno del complesso penitenziario Le Vallette, ma in una palazzina indipendente. Infine, l’Icam di Venezia è collocato all’interno del carcere femminile, in una sezione separata dalle altre aree; l’ordinamento penitenziario italiano prevede, infatti, che una madre detenuta possa decidere di tenere con sé il proprio bambino in carcere fino al compimento del terzo anno di età; gli spazi adibiti a questo scopo sono le cosiddette «sezioni nido» all’interno dell’istituto penitenziario ma nonostante gli sforzi per creare ambienti idonei queste sezioni rimangono comunque parte integrante di un istituto penitenziario; le detenuti madri in Italia attualmente sono 10 di cui 3 ancora a Lauro, 3 in Veneto, 1 in Piemonte e 2 in Lombardia”. I parlamentari hanno sottolineato come : “la struttura di Lauro è l’unica struttura nel Mezzogiorno che garantisce alle detenute madri di poter convivere in una realtà penitenziaria con i propri bambini in ambienti pensati e strutturati per non essere direttamente riconducibili ad un carcere nonostante il regime di detenzione”.