di Paola Iandolo
Lo operano per asportare un tumore dall’uretere destro, ma intervengono sul lato sano. Intervento chirurgico effettuato nel 2020 in una nota clinica della periferia cittadina. A processo sono finiti tre medici -V. T., F. S. e M.D. M. - accusati di omicidio e lesioni colpose in cooperazione e di aver cagionato la morte di E. C. sopraggiunta il 23 ottobre del 2020 dopo l’intervento chirurgico per una grave insufficienza renale da idronefrosi destra.
Gli accertamenti peritali
I consulenti nominati dalla procura di Avellino hanno dato il via agli accertamenti peritali per analizzare la documentazione acquisita e redatta prima del decesso per far luce sul caso. Tutto ruota attorno a una serie di errori e omissioni compiuti da parte dei medici prima ancora di sottoporre E.C. all’intervento chirurgico, fino ad arrivare ad operare il lato sano, con esiti nefasti per il paziente. I tre imputati sono difesi dagli avvocati Alberto Biancardo, Alfonso Laudonia, Orlando Sasso, Fabio Tulimiero e Claudio Sgambato.
Le accuse
L’accusa ha evidenziato la gravità delle omissioni e della superficialità diagnostica, considerate evitabili tramite il rispetto dei protocolli e delle linee guida mediche. In particolare gli errori iniziarono fin dall’esecuzione dell’esame pet al quale viene sottoposto E.C., almeno stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti. Ad avviso della pubblica accusa la dottoressa F.S., responsabile del servizio di Medicina Nucleare di un centro diagnostci, nel trascrivere il referto della tomografia a emissioni – effettuata il 22 settembre 2020 presso la sede di Mercogliano - indicò che l’immagine neoplastica interessava il lato sano sinistro, piuttosto che quello realmente interessato dalla patologia, ovvero il lato destro. Errori reiterati anche dagli medici che non hanno mai visionsato le lastre fino ad operare il rene sano. La prossima udienza è fissata per il 20 febbraio prossimo quando verrà ascoltato il perito che ha effettuato gli accertamenti peritali sulla documentazione acquisita dopo la denuncia dei familiari della vittima.