Parco Kennedy, spaccio e squallore "rimosso" da Procura e forze dell'ordine

Viene utilizzata come latrina per liberarsi degli ovuli con fentanyl, crack e cocaina

parco kennedy spaccio e squallore rimosso da procura e forze dell ordine

La casetta di vetro è un orrendo buco nero che racconta lo scandalo vero di questa città

Avellino.  

L'ultima promessa, o bugia decidete voi, risale al 2023 e mai iniziativa trovò comoda l'imperfezione del titolo: «Nessuno è perfetto, Talent Cafè». Un annuncio che non ha mai superato la fatuità social. Nella realtà, la casetta di vetro di parco Kennedy è un orrendo buco nero che racconta lo squallore vero di questa città.

Le parentesi costituite dall'indomabile volontà di restituirla alla vita comunitaria nei periodi delle feste natalizie, che traformano le ragazze e i ragazzi di Puckteatré in eroi la libro Cuore, non devono ingannare.

Per gli altri 11 mesi in quella casetta abita il male assoluto. E non parliamo dei barboni che un tempo vi trovavano rifugio, persino un letto. È la tana di loschi figuri che ne forzano le fin troppo tenere barriere per utilizzarla come lurida latrina. Spargono ovunque le loro feci e non assecondano una necessità fisiologica: a 80 metri, in piazza Libertà, c'è un enorme bagno pubblico aperto H24. No, lì devono liberarsi degli ovuli che hanno ingerito per trasportare fentanyl, crack, cocaina. Da Napoli o da Bari per tenere aperto il Vietnam dello spaccio di droga, cui tutti assistiamo quotidianamente e rispetto al quale nessuno, dico nessuno vuole mettere mano.

Polizia, Guardia di Finanza, Carabinieri, Procura: tutti sanno che parco Kennedy è frequentato, a ogni ora del giorno e della notte, da spacciatori e consumatori, ma nessuno interviene. La morte ha trovato una zona franca, un limbo dell'illegalità, e danza liberamente.

E si va avanti così, con questa ipocrisia insopportabile, che di tanto in tanto ci regala la promessa di una inizativa che dia un senso a quella casetta, a quel luogo pubblico lasciato alla miseria di una utile distrazione collettiva, una rimozione della legalità tollerata da magistrati, colonnelli e capitani.

Magari, la migliore cosa sarebbe di decidersi e buttarla giù, lasciando così agli spacciatori il peso di trovarsi un cesso dove andare a defecare la propria morte. Almeno quello.