"Era il 10 Dicembre 2024 Angelo esce di casa per andare a lavorare, poi “qualcuno” ha comunicato a sua moglie e ai suoi figli che non sarebbe più rientrato.
Ancora una volta si muore di lavoro, ancora una volta inizia il solito brutto iter finalizzato a comprendere le cause: cosa è venuto meno, cosa ha causato questa ennesima tragedia. Tragedia, questa parola così “erroneamente utilizzata” per descrivere, oramai, eventi luttuosi quotidiani, quasi ogni giorno muore un lavoratore o una lavoratrice, un lutto che coinvolge una famiglia ma che travolge tutto il mondo del lavoro.
Angelo non doveva cadere nel vuoto, poiché ci sono misure di sicurezza ed attrezzature idonee che dovrebbero garantire una protezione adeguata nello svolgimento dell’attività lavorativa, misure che permettono a chi svolge un lavoro a quote elevate di poter compiere l’attività senza doversi preoccupare di precipitare.
Siamo stanchi di ascoltare e di leggere che la responsabilità o meglio “la colpa “della propria morte è del lavoratore stesso;è tempo di guardare in faccia con estrema serietà ed anche con una punta di cinismo ciò che quotidianamente accade nei cantieri edili e non solo, in ogni luogo di lavoro".
La Fillea Avellino-Benevento unitamente alla Cgil Avellino quotidianamente, in modo solerte e costante sollecitano, interventi mirati al controllo istituzionale continuo; se ciò non accade significa che qualcuno ha omesso di fare qualcosa, allora dobbiamo chiederci perché?
Basta alibi è tempo di distinguere le vittime dai carnefici ,troppe stragi sul lavoro, non esistono morti bianche ma esistono morti colpevoli.
In un convegno sulla legalità, don Ciotti ha asserito: "Chiediamo la “sicurezza dei diritti per tutti”, decisamente senza remore chiediamo la sicurezza del diritto di uscire di casa per lavorare e rientrare ad abbracciare i propri cari, tutti i giorni. L’assunzione di responsabilità deve essere collettiva, la sicurezza dentro e fuori i luoghi di lavoro deve essere una priorità.
Non possiamo più accettare norme “propagandistiche” che esaltano interventi apparentemente risolutivi, (un esempio è la patente a “crediti”), ma nelle modalità in cui vengono proposte e rese attuative non portano alcun risultato efficace nei luoghi di lavoro e sui cantieri. I costi della manodopera, i protocolli di legalità che si sottoscrivono nelle grandi opere devono essere parte integrante degli appalti e non oggetto di ribassi.
La sicurezza sul lavoro è un tema comune a tutti! Piangiamo la morte di Angelo e ci stringiamo in un abbraccio ai suoi familiari.
“La disumanità non può prendere il sopravvento, dobbiamo stare dalla parte della libertà, della dignità e della giustizia per tutte le persone-per utilizzare le parole di Don Ciotti-non ci abbandoni mai la speranza e la lotta”.