di Paola Iandolo
L’ampliamento del pronto soccorso avellinese è fermo al palo. Tra le cause il mancato trasferimento della centrale operativa del 118, infatti, non sono stati ancora liberati i locali della città ospedaliera per spostarsi al vicino Centro riabilitativo Australia, di diretta pertinenza dell’Asl di Avellino.
Le polemiche
Intanto il malumore cresce, soprattutto tra gli addetti ai lavori. dovrà andarci a lavorare. I ritardi stanno generando non poche preoccupazioni tra i dipendenti del centralino per le emergenze. A cominciare dagli spazi risicati. Carte alla mano, cioè, dal progetto emerge che agli operatori del 118 è stata destinata una stanza di soltanto 22 metri quadri di superficie. Una saletta, appunto, che dovrà ospitare una decina di professionisti. Tutti, per giunta, riuniti intorno allo stesso tavolo, posto al centro dell’ambiente. Una dimensione, inoltre, che risulta inferiore a quella dell’attuale sala operativa della Centrale. Inoltre dalla planimetria emerge che pure le dimensioni dell'area per i servizi igienici sono assai esigue. Rispettivamente 4 metri quadri per il primo bagno, quasi 5 per il secondo.
L'ombra dell'eternit
Ma tra i dipendenti serpeggia anche un'altra preoccupazione: sembra che la struttura presenti componenti in eternit tali da poter compromettere, a lungo andare, la salute di chi dovrà operarvi quotidianamente. Un punto, quest’ultimo, su cui dovrà fare chiarezza, per rassicurare gli animi, l’Azienda sanitaria stessa. Ma intanto, per il quadro appena descritto, sale l'insoddisfazione tra gli operatori del 118, con alcuni che hanno già espresso la propria contrarietà a prendere servizio nella nuova Centrale. Il rischio, dunque, è che i 250mila euro totali messi in campo per i lavori strutturali alla fine non abbiano prodotto un risultato adeguato.