Missione punitiva contro detenuto ad Avellino, Consipe: "Come in Sud America"

L'allarme del delegato nazionale della confederazione sindacati penitenziari

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"Gli agenti subiscono quotidiane umiliazioni e violenze psicofisiche, con il costante timore di essere accusati di tortura quando cercano di contenere la violenza dei detenuti"

Avellino.  

"Gli eventi recenti ad Avellino evocano immagini di istituti penitenziari sudamericani, dove regnano disordine e confusione, e la legge del più forte prevale".

Lo sottolinea, in una nota, Vincenzo Santoriello, delegato nazionale Confederazione Sindacati Penitenziari (Con. Si.Pe.) in merito alle criticità registrate nei giorni scorsi nel carcere di Avellino, dove un detenuto è stato vittima di una missione punitiva organizzata da un gruppo di carcerati rivali e dove due agenti sono stati sequestrati e picchiati.

Per Mimmo Nicotra, rappresentante dello stesso sindacato, il grave episodio - va ricordato che il detenuto da allora versa tra la vita e la morte in ospedale - "rappresenta un chiaro esempio del fallimento dell'attuale sistema penitenziario come già denunciato sia ai vertici del Dap che alle autorità politiche competenti".

"Si registrano frequenti risse tra bande, pestaggi mirati, tentativi di evasione, il tutto perpetrato con arroganza e senza rispetto per il personale di polizia, - ricorda il Con.Si.Pe - ridotto all'impotenza sia per la scarsità numerica che per il timore per la propria incolumità fisica.

Gli agenti subiscono quotidiane umiliazioni e violenze psicofisiche, con il costante timore di essere accusati di tortura quando cercano di contenere la violenza dei detenuti". Questa situazione, viene ribadito dai due sindacalisti, non riguarda solo Avellino, "ma si riscontra anche in altri istituti campani e, temiamo, a livello nazionale. Tuttavia, queste notizie vengono spesso minimizzate, attribuendo la colpa al sovraffollamento, alla complessità gestionale e alla vetustà delle strutture".

"La nostra organizzazione sindacale - si legge nella nota del Con.Si.Pe. - è profondamente preoccupata che molti istituti in Campania non siano più presidi di giustizia, ma terre di nessuno dove l'amministrazione sembra aver alzato bandiera bianca. Inoltre, le voci di imminenti cambi verticistici in istituti di grande importanza non fanno che aumentare la sfiducia e l'insicurezza del personale, favorendo uno stato di caos che avvantaggia solo i detenuti".

"In Campania, nulla accade per caso, - conclude il comunicato - c'è sempre una regia precisa dietro ogni evento. Sottovalutare questa realtà significa essere incompetenti o, peggio, indifferenti".