L'inchiesta "Dolce Vita" scuote le fondamenta della politica avellinese, coinvolgendo non solo l'ex sindaco Gianluca Festa, ma anche la neoeletta sindaca di Avellino, Laura Nargi. La Procura, guidata da Domenico Airoma, sta valutando l'ipotesi di richiedere il giudizio immediato per gli indagati principali, compresa la Nargi, accusati a vario titolo di associazione a delinquere. L'inchiesta si concentra su presunti illeciti legati a una serie di appalti pubblici, tra cui quelli per la riqualificazione del centro urbano e il restauro del convento di San Generoso.
Lunedì scorso, un nuovo capitolo di questa intricata vicenda si è aperto con l'accesso degli inquirenti negli uffici comunali, dove sono stati acquisiti ulteriori documenti e informazioni. Al centro dell’indagine vi sono appalti che potrebbero aver favorito interessi particolari a scapito dell'interesse pubblico. In particolare, i riflettori sono puntati sui lavori per il nuovo arredo urbano e il restauro di importanti edifici storici, progetti che avrebbero dovuto ridare lustro alla città ma che ora sono sotto la lente d'ingrandimento della giustizia.
Mentre le indagini proseguono, il Gip Paolo Cassano ha convalidato un nuovo sequestro preventivo di 40mila euro a carico di Gianluca Festa, già agli arresti domiciliari dal 18 aprile. La somma era stata precedentemente dissequestrata dal tribunale del Riesame, ma la Procura ha emesso un nuovo provvedimento cautelare, temendo che Festa potesse utilizzare il denaro prima della confisca definitiva. Questo timore è motivato dalla mancanza di entrate patrimoniali per l'ex sindaco, che non percepisce più il compenso legato al suo incarico istituzionale.
Il sequestro, eseguito dalla Guardia di Finanza, è stato ritenuto necessario per evitare la dispersione o la diminuzione del denaro sui conti correnti di Festa, somme che corrisponderebbero a presunte dazioni illecite ricevute nell'ambito dei reati contestati. L'azione della Procura si è mossa con rapidità: il nuovo sequestro è stato disposto a meno di 48 ore dal dissequestro precedente, a dimostrazione della determinazione degli inquirenti nel garantire che i beni illeciti non sfuggano alla giustizia.
La situazione resta fluida e densa di sviluppi. Con la possibilità di un giudizio immediato all'orizzonte, l'inchiesta "Dolce Vita" si conferma una delle più complesse e delicate mai affrontate dalla magistratura avellinese, gettando un'ombra pesante sulla recente amministrazione comunale e sulla stessa Laura Nargi, il cui mandato inizia sotto i peggiori auspici. L'opinione pubblica segue con crescente preoccupazione questa vicenda, che mette a nudo possibili connivenze e distorsioni nella gestione della cosa pubblica, sollevando interrogativi sull'integrità delle istituzioni locali.