Inchiesta Dolce Vita, il pubblico ministero ha depositato nuovi atti

Attesa la decisione del tribunale del Riesame per l'architetto Fabio Guerriero

inchiesta dolce vita il pubblico ministero ha depositato nuovi atti
Avellino.  

di Paola Iandolo 

Il pubblico ministero Vincenzo Russo, titolare dell'inchiesta Dolce Vita ha depositato nuovi atti stamane davanti ai giudici dell'VIII sezione del Tribunale del Riesame di Napoli durante l'udienza per chiedere l'annullamento o l'attenuazione della misura cautelare degli arresti domiciliari firmata dal Gip del Tribunale di Avellino Giulio Argenio per l’architetto Fabio Guerriero. A discutere gli avvocati Nicola Quatrano e Marino Capone. Depositato l’interrogatorio di uno degli indagati dell’ultimo filone E.L. (non raggiunto dalla misura cautelare o interdittiva) oltre ad  una serie di documenti che sono stati acquisiti nel corso delle perquisizioni eseguite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo e dai militari della Gdf presso la Procura di Avellino nel giorno dell’esecuzione delle nuove misure cautelari. Ora sono in attesa delle decisione dei giudici del tribunale del Riesame.

La ricostruzione

Guerriero è gravemente indiziato di concorso in corruzione nell’esercizio delle funzioni in concorso con l’ex sindaco di Avellino Gianluca Festa, che ha scelto il ricorso “per saltum” in  Cassazione.  Gli inquirenti contestano quattro episodi corruttivi ai sei indagati. A loro avviso l’ex sindaco Festa, l’architetto Guerriero e i tre imprenditori M.C. di Sturno, F.A.C di Guardia dei Lombardi, E.P. di Avellino residente a San Martino Valle Caudina sottoposti a misura si sarebbero accordati per porre in essere un patto corruttivo che prevedeva delle specifiche dazioni di denaro in cambio di appalti per i lavori relativi alla “Riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica-Ambito Bellizzi” e di un “Nuovo Impianto Polivalente S. Pio Pietralcina” oltre ai lavori per la Porta Est. Per questi lavori secondo le ipotesi investigative dopo una prima dazione di cinquemila euro, consegnata dall’imprenditore che si era aggiudicato l’appalto a Fabio Guerriero ne sarebbero stati versati altri ventimila.