Se qualcuno avesse ancora qualche remora sulla riorganizzazione dei clan nel Vallo di Lauro, il rinvenimento, a Pago, di bunker segreti e nascondigli per ospitare latitanti legati alla criminalità organizzata, fuga oramai ogni dubbio. Il timore di una nuova escalation camorristica, di cui già si sono avuti i primi segnali sul territorio, su tutti i colpi di pistola contro gli escavatori nel cantiere delle scuole a Lauro e i proiettili esplosi all’indirizzo dell’abitazione del sindaco di Quindici, hanno indotto la Squadra Mobile di Avellino ad intensificare i controlli in Bassa Irpinia, dove da decenni sono contrapposti in una faida sanguinosa i clan camorristici delle famiglie Cava e Graziano. La preoccupazione maggiore da parte delle forze dell’ordine è che di quei covi, realizzati di certo decenni addietro, possano adesso servirsi i protagonisti della nuova camorra.
Un’intensa attività info-investigativa con perquisizioni domiciliari presso le abitazioni di camorristi ed affiliati. Ma anche intercettazioni ambientali e telefoniche, posti di blocco e pedinamenti. Una vera e propria task force per prevenire l’eventualità di nuovi e cruente azioni criminali. I controlli si sono concentrati principalmente nei comuni di Pago, Lauro e Quindici. Quelli in cui risiedono le famiglie della faida. In una abitazione di Pago Vallo Lauro gli agenti della Sezione Criminalità Organizzata hanno scoperto un bunker, al quale si accedeva direttamente da una botola posta sul pavimento, a quattro metri di profondità. Il proprietario dell'immobile, un 25enne del posto, è stato denunciato a piede libero. Nello stesso comune, in un'abitazione è stato scoperto un nascondiglio protetto da una libreria scorrevole, al cui interno sono stati anche trovati beni e oggetti provenienti da furti. Due persone, un 40enne e un 63enne, quest'ultimo considerato legato al clan Cava, sono stati denunciati alla Procura di Avellino.
Rocco Fatibene